Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Rovine d'un antico Sepolcro fatto a modo di settizonio su la via Appia
Inventario
Numero inventario: M-1400_461
Inventario storico di categoria: 1400/461
Nuovo inventario di categoria: 11079
Stampa corrispondente: S-CL2408_19140IVS2: CL54465_14189
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Rovine d'un antico Sepolcro fatto a modo di settizonio su la via Appia
Serie: Antichità d'Albano e di Castel GandolfoDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1764 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 420 x 571; spess. 2,0-2,4
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
461
In alto a destra:
Tav.IV.
In basso, fuori cornice:
1. Rovine d'un antico Sepolcro fatto a modo di settizonio su la via Appia appresso la villa di Pompeo Magno, or fuori d'Albano dalla parte occidentale. 2. Porta Romana d'Albano, città situata in / gran parte ov'era la stessa villa. 3. Via Appia per venire a Roma, occupata in parte dai poderi e dalle ville che vi confinano. 4. Dilatazione moderna della stessa via. 5. Villa dell'Eccma Casa Altieri.
In basso a sinistra:
Piranesi F.
Osservazioni:
Osservazioni: Sulla matrice sono delineati i resti di un monumentale sepolcro a torre, aderente a una tipologia presente anche a Pompei, che sorge sulla via Appia alle porte di Albano, sul lato opposto a Villa Altieri (a destra, andando verso Roma). Gli studiosi del passato, come Canina e Nibby, avevano identificato il monumento romano nel sepolcro di Pompeo, generale e politico romano che aveva costruito nei pressi una grandiosa villa, sulla base della notizia riferita da Plutarco secondo la quale egli sarebbe stato seppellito ad Albano. Ancora oggi il sepolcro viene spesso designato con tale denominazione ma è più verosimile che esso sia appartenuto a un ignoto importante aristocratico della zona.
Il monumento, che Piranesi aveva erroneamente immaginato che in origine avesse forme simili al Settizonio, è costituito da un'alta torre ottenuta con la sovrapposizione di tre corpi quadrilateri in opera cementizia degradanti, distinti l'uno dall'altro da cornici marcapiano. Attualmente si presenta con numerosi bianchi modiglioni di travertino inseriti nella opera cementizia ma si suppone che in origine la superficie esterna fosse interamente rivestita di marmo, come ipotizza Piranesi, oppure di travertino o pietra tufacea. Si ritiene che la lussuosa tomba possa risalire, seguendo la proposta di Lugli, al I secolo d. C., molto probabilmente alla prima metà, secondo la datazione più circostanziata suggerita da von Hesberg (von Hesberg in Speciale, 1979, cat. 30, p. 98).
L'incisore ha rappresentato l'antica via Appia con il suo basolato (il cui tracciato in questo tratto coincide l'attuale via Appia Nuova) su cui affacciano da un lato il monumento sepolcrale dall'altro villa Altieri della quale si vede in primo piano il maestoso portale. In fondo, in lontananza, si individua la distrutta porta Romana attraverso la quale si entrava nella cittadina.
La tavola era acciaiata e recentemente è stata disacciaiata a cura del Laboratorio diagnostico per le matrici.
La matrice in esame mostra una tecnica esecutiva analoga a quella descritta in alcune delle tavole precedenti, quelle di più elevata qualità, dove è presumibile che Piranesi sia intervenuto largamente. I segni destinati a creare nella stampa i neri più intensi sono realizzati con colpi di bulino molto profondi che tuttavia danno luogo a segni non rigidi, tali da sembrare quasi delle pennellate. Lo si riscontra in particolare nella zona a destra in primo piano. Nella stampa derivante da tale matrice, soffermando lo sguardo nella stessa area, e quindi a sinistra, si ha l'impressione di essere di fronte a un disegno eseguito di getto con i segni più grandi, dal nero intenso e vellutato, che sembrano realizzati con una matita molto morbida, quasi un carboncino.Bibliografia
- Petrucci, 1953, p. 269, n. 461, tav. 4
- Focillon, 1967, p. 318, n. 512
- Wilton-Ely, 1994, p. 702, n. 645
- Ficacci, 2000, p. 457, n. 564.
- Misiti M.C., Scaloni G.,(ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
- Regina Viarum. La via Appia nella grafica tra Cinquecento e Novecento, catalogo della mostra (Roma, Istituto centrale per la grafica, 20 settembre 2023 - 7 gennaio 2024), a cura di Gabriella Bocconi, Roma, 2023.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Giovanna Grumo