Osservazioni:

Osservazioni: In questo camino si può notare una semplificazione degli elementi decorativi, strategicamente posizionati a marcare i cardini della struttura portante (sull'argomento cfr. Battaglia 1994, pp. 245-247). Un fregio a palmette percorre infatti gli assi dell'architettura, sormontato al centro dal simbolo delle origini di Roma, la lupa capitolina, incorniciata da un festone di alloro. La cornice del camino è fortemente aggettante, costituita da foglie di palma stilizzate che accentuano la plasticità della composizione; nel mezzo, una targa marmorea con figure panneggiate in processione a rilievo. Ad accompagnare lateralmente la raffigurazione compaiono teste di ariete in posizione angolare e levrieri seduti (per la figura del levriero, quasi un guardiano sacro di queste architetture che assumono spesso un carattere funereo, cfr. cat. 90). Ancora una volta la voluta rinascimentale ai margini degli stipiti è costituita dal corpo attorcigliato di un serpente che va a cingere il collo dei levrieri a mo' di guinzaglio. Già Calvesi (1963) e Marconi (1978, pp. 315-
326) avevano interpretato in chiave ermetica l'introduzione di questo simbolo nelle incisioni di Piranesi sin dall'epoca dei Grotteschi; a questa interpretazione si aggiunge la più recente lettura in senso massonico fornita da Marletta (2016); e cfr. catt. 114, 127, 131, 132. Tuttavia, d'accordo con Battaglia, l'inserimento del serpente nei Camini piranesiani sembra piuttosto da ricondurre a motivazioni di ordine formale, connesse con l'esigenza dell'ornato, e non necessariamente rapportabili a intenzioni di significato.
Per questo camino si conserva uno schizzo preparatorio presso la Pierpont Morgan Library di New York (inv. 1966.11:67) a penna e inchiostro bruno su sanguigna e gesso nero. All'interno della camera da fuoco la scritta “medaglie / con Roma de / Cesari, trium
/ viri, e ditatori” che esplicita le intenzioni progettuali dell'autore illustrate nel disegno, ma non realizzate nell'incisione, ossia di marcare montanti e architrave con i medaglioni dei Cesari, per celebrare la grandezza di Roma antica (Battaglia, p. 268, nota 138); nella realizzazione finale questi furono sostituiti da un bassorilievo a palmette. I medaglioni con i profili degli imperatori rimangono però a decorazione degli alari, sormontati da un obelisco. Il disegno è eseguito su un frammento di stampa delle Antichità di Cora (1764, tav. VI, cat. 68).
Sulla zona in alto della camera da fuoco, sotto al festone di alloro e sugli sguinci della cornice alcune linee a bulino, condotte con poca grazia ma efficaci nel risultato a stampa, rientrano nel tracciato dell'acquaforte per intensificare le ombre.
Si registra un'abrasione appena sopra la cifra 9 del numero 39, in basso a sinistra: nelle prime edizioni BAV, R.G. Arte Archeologia e GNAM la tavola era numerata 36.