1769 (Sec. XVIII)
mm 252 x 396; spess. 1,2-2,0
Osservazioni:
Osservazioni: Sopra la cornice del camino è presente un bassorilievo con armi, trofei e Vittorie alate sedute, di cui una intenta a scrivere la Storia come sulla base della colonna Traiana, tra le fonti di ispirazione predilette da Piranesi. Un disegno da mettere in relazione al rilievo si conserva presso la Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe (vol. 1, f. 20; su indicazione di Stefan Morét durante il seminario di ricerca tenuto presso la Biblioteca Hertziana il 6 novembre 2018. Si veda più in generale il lavoro in corso di pubblicazione del gruppo di studiosi presso la Kunsthalle di Karslruhe).
Il rilievo sembra riprodurre la decorazione ad affresco della fascia più in basso della facciata istoriata di Palazzetto Massimo a Roma che si affaccia su Piazza de' Massimi nel rione Parione, sebbene molto rovinata e attualmente pressoché illeggibile, attribuita con qualche riserva a Polidoro da Caravaggio (cfr. Latella,
Gli affreschi della facciata del Palazzetto Massimo Istoriato: un disegno di Polidoro da Caravaggio per le ‘Storie di Giuditta', in “Bollettino d'arte”, 24, ottobre-dicembre 2014, Serie VII).
Il bassorilievo è compreso tra due cammei ovali con scene mitologiche; la prima rappresenta Leda e il cigno, l'altra Venere e Cupido, per la quale uno schizzo a penna e inchiostro bruno compare in un disegno per il fregio di un camino conservato alla Pierpont Morgan Library di New York (inv. 1966.11:79).
Il fregio è condotto con strigilature come un sarcofago, con un inserto a mandorla al centro, sull'esempio del sarcofago di epoca costantiniana nel cortile del Museo Capitolino. Sui montanti un altro richiamo a un manufatto sempre conservato nel Museo Capitolino è costituito dal singolare disegno “a collo di cigno” che richiama le spalliere del letto di Amiterno (Cavazzi Palladini 1979, cat. 30). I bassorilievi sottostanti con le gesta di Achille, ed Esculapio e Igea, sono probabilmente tratti dagli stucchi dei soffitti di Villa Adriana (
ibidem).
I margini laterali della camera da fuoco sono costruiti con l'asimmetria decorativa tanto apprezzata da Piranesi nei disegni dei camini: da un lato un grifone rampante in una medaglia, dall'altro la cornucopia.
Sulla piastra parafuoco è raffigurato un grifone che assale il toro, iconografia ripresa dagli stucchi del soffitto di Villa Adriana che sarà presentata da Piranesi nell'opera
Vasi, Candelabri, Cippi, 1778, I, tav. 22 (rame
M-1400_527).
Un disegno per un camino di destinazione ignota realizzato da Robert Adam e oggi conservato al Soane's Museum (collezione di disegni, vol. XXIV, n. 62), segnalato da Battaglia (1994, p. 242, fig. 86), rivela una stretta aderenza al modello che Piranesi aveva disegnato per questo camino. Secondo la studiosa infatti dal momento della pubblicazione delle
Diverse Maniere la reciproca influenza tra Robert Adam e Piranesi già evidenziata in precedenza (cfr. cat. 85) si inverte, ossia diventa manifesta la prevalenza dall'artista veneziano sui progetti dell'inglese (
ibidem, p. 231).
Su questa matrice si evidenzia la stessa particolarità tecnica notata sulle matrici catt. 85, 99, 116, 135, ossia che a causa probabilmente di una concomitanza tra una vernice di preparazione non idonea e un acido aggressivo, la prima morsura della matrice all'acquaforte è avvenuta generando una morfologia di segno “a bolle”; il tracciato derivante dalle morsure successive assume invece una maggiore nitidezza, avvalendosi anche dei ritocchi a bulino (sulla peculiarità della morsura cfr.
Note a margine). Lo strumento rientra grossolanamente nei segni del fondo nero all'interno del camino, in particolare nell'area in alto, a ridosso del fregio.
Rientri del bulino nei segni dell'acquaforte si trovano anche nella fascia d'ombra che la “piccola architettura” proietta sulla parete a sinistra (destra sulla stampa), finalizzati ad accentuare il tono scuro.
Il numero
43 in basso a sinistra relativo alla tavola è inciso su abrasione: nelle prime edizioni BAV, R.G. Arte Archeologia e GNAM la stampa era numerata
44; nell'edizione settecentesca BiASA è numerata
43 ma il
3 è definito a penna.