Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
[Camino decorato con bucrani su festone vegetale]
Inventario
Numero inventario: M-1400_897a
Inventario storico di categoria: 1400/897a
Nuovo inventario di categoria: 11569
Stampa corrispondente: S-CL2418_19611IVS2: CL54740_14464
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: [Camino decorato con bucrani su festone vegetale]
Serie: Diverse maniere d'adornare i cammini...Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1769 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 252 x 393; spess. 1,8-2,1
Iscrizioni
Iscrizioni: In basso a destra:
Cavalier Piranesi inv. e inc.
In basso a sinistra:
897.a. / 40
Osservazioni:
Osservazioni: Anche per questo camino Piranesi adotta un linguaggio che tiene in considerazione gli esiti dello stile compositivo e dell'immaginario borrominiano (per il quale si confronti anche la tav. 35, cat. 118), avendo l'architetto del Seicento sempre rappresentato per il nostro un riferimento esemplare, come esplicitava nei testi delle sue opere dei primi anni Sessanta (Magnificenza, Osserva- zioni, Parere). Viene proposto nuovamente un fregio concepito come grande capitello allungato, ma in questo caso a formare un arco a sesto ribassato composto di foglie di palma stilizzate che si estendono anche sui montanti, e a cui si sovrappongono bucrani, festoni di frutta e scudi che rimandano ai Trofei (1753). Teste di Giove Ammone sono poste alle estremità angolari del fregio (cfr. anche cat. 127) affinché le corna possano imitare le volute del capitello ionico.
Una prima idea del camino si trova in uno schizzo a penna e inchiostro conservato presso la Pierpont Morgan Library di New York, in cui figura il fregio curvilineo desinente in volute (inv. 1966.11:60).
Sui montanti si impongono due vasi i cui manici sono formati dal corpo ricurvo di due serpenti con le code avvinghiate tra loro. La parete cui è addossata l'architettura è di classica purezza, con eleganti riquadri e sobrie decorazioni dalle linee astratte. L'incisione è realizzata all'acquaforte con ritocchi sparsi a bulino. Si evidenziano sulla superficie della matrice due importanti graffi, non presenti negli esemplari a stampa delle edizioni storiche settecentesche consultate, ma che figurano nell'edizione Firmin Didot. Il primo sulla parete di sinistra, poco più in alto del mezzo: il segno del graffio è stato abbassato con il brunitoio e la trama incisa è stata ripristinata a tecnica diretta; il secondo rimane invece evidente sopra la cornice del camino, sulla metà destra della rappresentazione.
Si registra un'abrasione sotto il numero 40 in basso a sinistra: nelle prime edizioni BAV, R.G. Arte Archeologia e GNAM la tavola era numerata 39.Bibliografia
- Petrucci, 1953, p. 291, n. 897a, tav. 40
- Focillon, 1967, p. 356, n. 901
- Wilton-Ely, 1994, p. 924, n. 851
- Ficacci, 2000, 533, n. 663.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Giovanna Scaloni