Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
[Secondo frontespizio] Il Campo Marzio
Inventario
Numero inventario: M-1400_419
Inventario storico di categoria: 1400/419
Nuovo inventario di categoria: 11005
Stampa corrispondente: S-CL2407_19081,
S-FC101080IVS2: CL54444_14168
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: [Secondo frontespizio] Il Campo Marzio
Serie: Campus Martius Antiquae UrbisDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1762 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 458 x 295; spess. 1,7-2,0
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
419
In basso a sinistra ,nella lapide: IL · CAMPO / MARZIO / DELL'ANTICA · ROMA / OPERA / DI · G · B · PIRANESI / SOCIO · DELLA · REAL · SOCIETÀ / DEGLI · ANTIQVARI · DI · LONDRA
In basso a destra:
Piranesi F.
Sul verso della matrice: ordito meccanico con profili di basi di colonne e architravi.
Osservazioni:
Osservazioni: Il frontespizio in italiano nelle prime edizioni del Campo Marzio segue quello in latino, anche se ci sono casi di alternanza delle due tavole. La veduta riproduce un'assonometria del complesso architettonico costituito dal Sepulchrum e dal Bustum Hadriani che Piranesi posiziona a Nord nell'ansa del Tevere nella Tab. VI dell'Ichnographia (cfr. cat. 104). La ricostruzione tentata da Piranesi trae ispirazione dalle fonti letterarie e dalle piante a volo d'uccello di Roma antica realizzate da Pirro Ligorio, Mario Cartaro ed Étienne Dupérac, che più volte erano state prese a modello dagli incisori. A questi precedenti iconografici Piranesi aggiunge, come spesso nel Campo Marzio, la sua personale esperienza di misurazione e rilievo dei monumenti cominciata con la campagna organizzata da Giovan Battista Nolli per la Nuova Pianta di Roma. La zona oltre il Tevere era stata particolare oggetto di studio durante la campagna di scavo del 1742, condotta dall'abate Diego Revillas nelle adiacenze della Mole Adriana, dove erano stati scoperti i resti di un grande circo, in seguito al ritrovamento Revillas aveva chiesto a Benedetto XIV l'aiuto di Nolli, che poi lo riporterà nella pianta.
Uno schizzo nel taccuino A, conservato nella Biblioteca Estense di Modena, è riconducibile alla costruzione architettonica della basilica, oltre il vestibolo nella parte alta della tavola (Bevilacqua, 2008, p. 154, c. 48v). Come già ampiamente rilevato dalla critica molte sono le suggestioni recepite dall'incisore veneziano, in particolare le figurazioni kircheriane della Turris Babel e gli schizzi di Fischer von Erlach (Marletta, 2016, p. 80), ma non mancano certo, in quel vasto repertorio di immagini a disposizione degli incisori, echi dalle serie quali l'Aedificiorum et ruinarum Romae ex antiquis... di Giovanni Maggi o l'Antiquae urbis splendor di Giacomo Lauro.
La stampa trova corrispondenza con la tavola XLVIII della serie (cfr. catt. 149-151), in cui sono ugualmente rappresentate le assonometrie di alcuni edifici antichi, e che recentemente sono state identificate da Pasquali come parte della Ichnographia Campi Martii (cfr. catt. 103-108). L'attuale frontespizio probabilmente doveva essere posizionato, in origine, accanto alla tavola VI dell'Ichnographia dove infatti è riportata la pianta dell'intero complesso monumentale (Pasquali, 2016, p. 188, fig. 3).
Anche in questo caso non c'è armonia tra i due frontespizi che aprono la serie e che presentano notevoli differenze sia nell'impostazione iconografica che nelle dimensioni delle matrici.
Il rame è inciso ad acquaforte con marginali interventi a bulino e presenta tracce di una cancellazione che riguarda l'intera zona della targa con il titolo in italiano. Questo potrebbe far pensare che sia a causa della diversa collocazione della tavola, che sarebbe stata trasformata in frontespizio solo in un secondo momento, forse proprio per l'insistenza di Adam per ottenere la dedica di Piranesi sul Campo Marzio in tempi brevi. Un elemento da analizzare rimane comunque il fatto che spesso sui frontespizi sono presenti ampie abrasioni che indicano avvenuti cambiamenti nell'impostazione delle scritte come avviene anche nella Magnificenza (cfr. catt. 26 e 28).
Sul verso del rame sono presenti prove di tiralinee con basi di colonna e trabeazione (Monferini, 1967, p. 266, n. 429). E' distinguibile anche una prova per incidere la lettera P maiuscola simile a quella delineata sul foglio del disegno con le Rovine di Pozzuoli conservato nella collezione della Pierpont Morgan Library di New York (Stampfle, 1978, p. 114, A-6).Bibliografia
- Petrucci, 1953, n. 419, p. 266
- Focillon, 1967, n. 429, p. 313
- Wilton-Ely, 1994, n. 560, p. 615
- Ficacci, 2000, n. 484, p. 397.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Ginevra Mariani