1746-1756 (Sec. XVIII)
mm 141 x 202, spess. 1,2-1,5
Osservazioni:
Osservazioni: Al centro del cortile porticato su cui si apriva il pronao d’accesso della facciata occidentale del Foro di Traiano, inquadrata dai due edifici delle biblioteche, svettava la colonna dedicata all’imperatore nel 113 d.C. dal Senato. Gli episodi delle due campagne daciche condotte vittoriosamente da Traiano (101-103 e 107-108) sono narrati in un fregio, di altissima qualità artistica, disposto lungo il fusto di marmo, alto 29,78 metri, poggiante su un basamento quadrangolare decorato con trofei e che reca un’iscrizione sorretta da due Vittorie; al di sotto dell’iscrizione, riferita da Piranesi (
Indice n. 262), è l’ingresso alla camera sepolcrale di Traiano e di sua moglie Plotina. I rilievi della Colonna Traiana (Settis, La Regina, Agosti, Farinella 1988) di fondamentale importanza per la cultura artistica e antiquaria dal XVI secolo in poi (basti pensare ai disegni di Jacopo Ripanda e di Pietro Berrettini da Cortona), erano stati oggetto di una raccolta di incisioni su rame a opera di Pietro Sante Bartoli (1635–1700), conservate presso la Calcografia Nazionale (1344/1-1344/128), che ne illustravano i singoli episodi (
Colonna Traiana eretta dal senato, e popolo romano all'imperatore Traiano Augusto nel suo foro in Roma ripubblicata nel 1763 a cura di Bellori. Tra il 1774 e il 1779 Piranesi pubblicherà una monografia intitolata
Trofeo o sia Magnifica Colonna Coclide di marmo composta di grossi macigni ove si veggono scolpite le due guerre daciche fatte da Trajano... realizzata con l’aiuto della bottega e del figlio Francesco e con i disegni di Vincenzo Dolcibene (
M-1400_620 -
M-1400_646).
Con impostazione analoga a quella della poco più tarda immagine in
Vedute di Roma, databile al 1758 (Hind, 1922, p. 35), dove il campo è ristretto alla figurazione dell’intera altezza del monumento da cui non è eliso il segno cristiano della statua di Pietro, la colonna viene mostrata tra gli edifici contemporanei, nello spazio fatto ricavare al di sotto del piano urbano moderno da Sisto V per isolare il basamento; dietro sono le chiese di Santa Maria di Loreto e del Santo Nome di Maria, che con la Colonna Traiana e i resti della Basilica Ulpia costituivano una delle tipiche vedute romane. La matrice è stata lavorata ad acquaforte con ritocchi a bulino in corrispondenza delle aree più scure della muratura in primo piano, a destra e a sinistra, e nelle due figure a sinistra; in questa zona, dove il muro rovina tra alcuni resti di colonne, la matrice mostra segni di una correzione del tratteggio, abraso e ripreso con il bulino, producendo nella stampa un’area più chiara.