Giacomelli Mario
Senigallia, 1925 - Senigallia, 2000
Muri
Inventario
Numero inventario: F-P6479
Inventario settore: FP 6479
Collocazione: Istituto Nazionale per la Grafica; Calcografia: Collezioni fotografiche; Autori Contemporanei
Autore
Autore: Giacomelli Mario (Senigallia, 1925 - Senigallia, 2000)
Soggetto
Identificazione soggetto: Pannelli per affissioni propagandistiche
Titolo: Muri
Motivazione titolo: documentazione
Fondo: Fondo Agorà
Oggetto
Oggetto: positivo
Provenienza: Libro-galleria Agorà
Cronologia
Datazione: 1980-2000 ca. (seconda metà XX)
Dati tecnici
Misure: supporto primario; mm 203 x 260
Tecnica: stampa a sviluppo cromogeno/ carta; C
Stato di conservazione: buono
Iscrizioni
Iscrizioni: sul supporto primario: recto: in basso a sinistra: Mario Giacomelli (documentaria; a pennarello)
Editori/stampatori
Editore/stampatore: Libro-galleria Agorà. Torino - via Santa Croce 0/E (1979/ 2007)
Osservazioni
Osservazioni: Questo scatto rientra nella produzione iniziale di Giacomelli, parzialmente perduta per l’abitudine del fotografo di cestinare quanto non lo soddisfaceva; egli, dall’acquisto di una Comet Bencini alla vigilia del Natale 1953 fino al 1956, impronta la sua ricerca ad una sperimentazione tecnica e di linguaggio. Fin dalla prima fotografia scattata in spiaggia seguendo il movimento delle onde – L’approdo –, Giacomelli capisce che la fotocamera non ha semplicemente potenzialità documentarie ma è, anzitutto, un mezzo espressivo, e si impegna ad utilizzarlo come tale: in concomitanza con la frequentazione di Cavalli e la fondazione del Misa, studia la luce, solare e notturna, sperimenta il controluce, fa tentativi di solarizzazione per ottenere fondi scuri anche su immagini chiare, realizza stampe senza negativo o doppie esposizioni su un unico negativo. Dopo il lavoro in tipografia si affaccia in strada incuriosito da ogni dettaglio, fotografa le macchie sui muri, grovigli di fili di ferro; si dedicherà anche a ritratti e nudi dei suoi cari, ma soprattutto alle nature morte, il cui studio si rivelerà fondamentale per la costruzione compositiva dei suoi lavori e per la definizione della sua poetica: egli dirà che “Queste fotografie sono state fatte perché ho sempre avuto la sensazione che mentre fotografi, le ‘figure’ non riescono a darti quello che vuoi, come impressione. Allora ci si rifugia in oggetti che sono già ‘morti’ e che si possono usare per aggiungere qualcosa di se stessi”. Il reale nella sua fotografia sarà investito di una tensione personale, verrà trasfigurato nel mondo dell’informalità e delle gestualità linguistiche, e risulterà appiattito nella bidimensionalità come un’opera d’arte grafica. In questa fase sperimenta anche il colore in nature morte di ascendenza cezanniana, con riferimenti alla pittura di Casorati e Morandi; inoltre si cimenta in prove di colore puro che ricordano le sue ricerche giovanili di pittura informale, basate su impasti di cemento
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Provenienza: compravendita; Spitaleri Rosalba e Boveri Bruno; 2008
Bibliografia
- Celant G., p.412, 2001
- Calvenzi G., p.38, 1988
- Giacomelli M., 1983