Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

[Vignetta in coda a “Della Introduzione”: monete romane]

Inventario

Numero inventario: M-1400_322e
Inventario storico di categoria: 1400/322e
Nuovo inventario di categoria: 10835
Stampa corrispondente: S-CL2399_18932
IVS2: CL2399_18932
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: [Vignetta in coda a “Della Introduzione”: monete romane]
Serie: Osservazioni di Gio. Battista Piranesi sopra la lettre de Monsieur Mariette aux auteurs de la Gazette Littéraire de l'Europe
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1765 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 76 x 146; spess. 1,6-1,8

Iscrizioni

Iscrizioni: In basso a sinistra: Piranesi F.

Osservazioni:

Osservazioni: I testi dei tre trattati che compongono le Osservazioni furono illustrati con sei vignette (catt. 74-79), destinate a impreziosire l'aspetto tipografico del volume: metà raffigurano manufatti etruschi e romani (catt. 74, 77, 78) mentre le rimanenti mostrano composizioni architettoniche di fantasia straordinariamente originali (catt. 75, 76, 79).
Si tratta di piccole incisioni piuttosto modeste dal punto di vista stilistico-esecutivo, ma molto importanti come testimonianza grafica delle idee piranesiane sull'architettura antica e moderna esposte nell'opera; tali immagini inoltre fanno parte dei pochi ornati editoriali di cui si conservano le matrici, in quanto la maggior parte di queste lastre andò perduta insieme ai testi tipografici già prima delle edizioni curate da Firmin Didot (fa eccezione il rame raffigurante una lapide con iscrizione relativo alla vignetta inserita nell'Indice delle Antichità Romane, cfr. Scaloni in Mariani, 2014, cat.1; per gli ornamenti grafici le cui matrici risultano disperse vedi Ficacci, 2000, pp.762-773). Le matrici analizzate di seguito si riferiscono solo alle vignette con soggetti antichi, funzionali a esaltare l'estro creativo degli italici.
La prima (cat. 74), incisa per la pagina iniziale delle Osservazioni, mostra alcuni frammenti di scavo giacenti al tempo nel cortile del Palazzo del Marchese Gabrielli. Un capitello figurato, delineato con un tratteggio prevalentemente continuo che definisce nel dettaglio le forme e i valori chiaroscurali dei rilievi, occupa il centro della scena mentre in secondo piano, sulla sinistra del rame, campeggia una singolare colonna “a guisa d'un tronco d'albero”; l'immagine si completa sullo sfondo con la notazione romantica di ulteriori elementi architettonici parzialmente ricoperti da verzure, resi con segni rapidi e spezzati che traducono l'effetto della prospettiva aerea.
Simile per impostazione compositiva e linguaggio segnico adottato è la vignetta usata come testata del trattato Della introduzione (cat. 77). Raffigura un'antefissa con due grandi protomi di arieti affrontati in posizione araldica, sovrastati da una palmetta a sette lobi e separati in basso da una foglia d'acanto. Il manufatto, indicato in didascalia come “pinna o merlo etrusco” appartenuto al pittore di origine irlandese Matteo Nulty (ca. 1716-1778), viene generalmente riferito all'età augustea sulla base di altri ritrovamenti pressoché identici (cfr. Borsi, 1985, p. 64), tra cui gli esemplari conservati al Museo Nazionale Romano (inv. 4482, cfr. Pensabene - Sanzi Di Mino, 1983, p. 274, tav. CIXXX, n. 841) e all'Antiquarium comunale (inv. 3297; cfr. Anselmino, 1977, p. 91, tav. 26).
L'ultima vignetta di questa serie (cat. 78) è stampata in coda al testo relativo a Della Introduzione. La figurazione, eseguita con una trama segnica meno ricercata rispetto alle precedenti, mostra vari oggetti raggruppati accanto a due monete che ritraggono rispettivamente l'elmo di Minerva (la grande) e uno dei Dioscuri (la piccola). Come gentilmente segnalatoci da Hyde Minor, la stessa immagine si riscontra in un ex-libris, dove al posto della scritta MINERVAE·S incisa sul rame, compare il nome MR·MENZIES (una stampa settecentesca di questa versione è attualmente conservata a Yale; per un riferimento iconografico, cfr. Griggs, 1892, p. 88). Proprio in questa zona della lastra, in effetti, è evidente un'abrasione riconducibile alla modifica di una precedente scritta. Considerato che sulle stampe tratte dalla matrice nel 1765 non si ravvisano variazioni rispetto allo stato attuale della lastra, sembra lecito ipotizzare che il rame fu originariamente inciso per il suddetto ex-libris e che poi venne riutilizzato dall'autore come vignetta di coda del volume qui preso in esame. Ciò induce ad anticipare la datazione della matrice, la cui esecuzione dovette avvenire tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta del XVIII secolo.
Sui tre rami non si registrano ulteriori particolarità significative; le incisioni, realizzate ad acquaforte rafforzando il tratto delle ombreggiature con localizzati ritocchi a bulino, sono delineate secondo un criterio grafico che ricorre anche negli ornamenti dei testi di altre opere edite nei primi anni Sessanta come Della Magnificenza (1761), Le Rovine del Castello dell'Acqua Giulia (1761) e Il Campo Marzio (1762).

Bibliografia

  • Focillon, 1967, n. 972, p. 362
  • Wilton-Ely, 1994, n. 804, p. 874
  • Ficacci, 2000, n. 618, p. 503.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Ciro Salinitro
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