Osservazioni:

Osservazioni: Il grande pronao del tempio viene qui sapientemente colto in rapida fuga prospettica da un punto di vista laterale e molto ribassato, in modo da comprendere agevolmente, tra i due nicchioni laterali, le sedici colonne che compongono il fronte, le tre navate e la struttura della copertura interna. Una diversa veduta dello stesso ambiente, colto dall’interno del tempio, fa parte delle Vedute di Roma ed è datata 1769 (M-1400_755; Hind 1922, p. 36).
Come si può notare dal risultato a stampa riscontrabile negli esemplari dell’edizione del 1756 donati dall’autore alla Biblioteca Corsiniana e all’Accademia di San Luca, durante la fase di elaborazione dell’immagine la matrice ha subito profonde rielaborazioni nella parte sinistra: il secondo edificio, corrispondente al secentesco Palazzo Crescenzi, è quasi completamente abraso e rifatto a bulino, come si vede soprattutto nella zona del balcone reso con tocchi svelti e compendiari, e in quella dell’angolo dell’edificio, dove l’esame della matrice rivela traccia del precedente inciso ad acquaforte; l’angolo del timpano e le linee del fregio sono stati abrasi e rilavorati a rapidi tocchi di bulino sotto i quali è possibile distinguere le linee ad acquaforte, correggendo prospetticamente la convergenza delle linee. Nell’area abrasa tra le linee delle nuvole e l’angolo del timpano sono visibili tratti a puntasecca che raccordano il tracciato mancante, risalenti a un intervento che il confronto tra gli esemplari a stampa citati sopra con l’edizione Firmin-Didot ha rivelato essere successivo gli esemplari di prima edizione del 1756.