Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Iscrizioni del Mausoleo della Famiglia de' Plauzj a Ponte Lugano
Inventario
Numero inventario: M-1400_123
Inventario storico di categoria: 1400/123
Nuovo inventario di categoria: 10586
Stampa corrispondente: S-CL2395_18710IVS2: CL16102
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Iscrizioni del Mausoleo della Famiglia de' Plauzj a Ponte Lugano
Serie: Le antichità romaneDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1750-1756 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame;
Misure: mm 402 x 534, spess. 1,5-1,6
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
XI /123; in alto a destra:
Tom. III.; in basso al centro:
Piranesi Archit. dis. et inc. Osservazioni:
Osservazioni: Il mausoleo della famiglia Plauzia, cui sono dedicate tre tavole delle Antichità - questa delle lapidi con le iscrizioni, la successiva veduta (cat. 154), e la terza più tecnica con la pianta e l'alzato privo delle moderne superfetazioni (cat. 155) - fu fatto costruire sulla via Tiburtina da Marco Plauzio Silvano che rivestì la carica di console nel 2 d.C., e rappresenta, con il Mausoleo di Cecilia Metella sull'Appia, con il quale Piranesi stesso lo mette in relazione, un esempio ben conservato di una tipologia di sepolcri “a tamburo” di tarda età repubblicana.
Per l'emergenza architettonica così caratterizzata e per il contesto paesaggistico nel quale è inserito, vicino al ponte sull'Aniene e a circa un chilometro dalla Villa di Adriano a Tivoli, il mausoleo ha rappresentato nei secoli fonte di ispirazione per vari artisti, da Salvator Rosa a Lorrain e Poussin, fino al più moderno Corot.
Alla fine del XVII secolo Santi Bartoli aveva affrontato il monumento nella sua opera su Gli antichi Sepolcri (1697, tavv. 32, 33, 34; 1349/34-36). Rispetto alla pianta e all'alzato incisi da Santi Bartoli mezzo secolo prima, Piranesi propone una ricostruzione particolareggiata del mausoleo, puntualizzando come sempre, oltre che sull'aspetto strutturale dell'edificio, anche sulla tipologia del materiale impiegato per la costruzione: nella schematica pianta di Santi Bartoli il corridoio ad anello girava attorno a un nucleo centrale consistente in un unico grande pilastro circolare, laddove Piranesi rappresenta quattro pilastri a sezione quadrata collocati al centro della struttura, ritenendoli di epoca medievale; inoltre, il recinto quadrato che doveva circondare il monumento, del quale solo un breve segmento recante le iscrizioni era all'epoca ancora in piedi, era stato pensato da Santi Bartoli solo su un lato del sepolcro, quello prospiciente la strada, mentre Piranesi riteneva che tale “Soprornato” cingesse anticamente il corpo cilindrico di blocchi di travertino, e che fosse destinato a supportare le lapidi con i nomi dei defunti della famiglia (si veda la ricostruzione di Luigi Canina 1834, tav. CCXVII che confermava questa interpretazione).
Tra le iscrizioni Santi Bartoli ne prendeva in esame una, quella dai caratteri più piccoli fittamente incisi sul marmo, mentre Piranesi in questa prima tavola documenta tutte e tre le lapidi superstiti ai suoi tempi (CIL, XIV, 3605-3607). Questa matrice è incisa ad acquaforte, eccezione fatta per le scritte riportate a bulino; sono ben evidenti, come in altre composizioni appartenenti a una tipologia didascalica, le linee di costruzione del disegno tracciate a secco sulla lastra.
Si può osservare sull'area della matrice adiacente il lato destro della grande lapide in basso che il tracciato di segni orizzontali paralleli di fondo è stato interessato da una leggera brunitura e da un successivo rientro del bulino nei segni, mirato a ridefinire gli stessi – compromessi probabilmente da un danno di origine meccanica – per renderli nuovamente recettivi all'inchiostro; l'intervento si traduce in stampa in una zona più scura. Tale risarcimento compare per la prima volta nell'esemplare della seconda edizione curata dal figlio Francesco nel 1784 (ASL 14-D/3), mentre sugli esemplari delle prime edizioni consultate (Corsini; BAV; ASL, 1692; ABA; Braidense) non si ravvisa ancora alcuna problematica in quella zona.Bibliografia
- Petrucci, 1953, n. 1440/123, tav. 11, p. 248
- Focillon, 1967, n. 296, p. 307
- Wilton-Ely, 1994, n. 431, p. 483
- Ficacci, 2000, n. 288, p. 261.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Giovanna Scaloni