Fossati Vittore
Alessandria, 1954
Tortona
Inventario
Numero inventario: F-P6458
Inventario settore: FP6458
Collocazione: Istituto Nazionale per la Grafica; Calcografia: collezioni fotografiche; Autori Contemporanei
Autore
Autore: Fossati Vittore (Alessandria, 1954)
Soggetto
Identificazione soggetto: Tortona (Alessandria). Scrivia (torrente) - Paesaggio
Titolo: Tortona
Motivazione titolo: dell'autore, manoscritto sul supporto primario
Fondo: Fondo Agorà
Oggetto
Oggetto: positivo
Provenienza: Libro-galleria Agorà
Cronologia
Datazione: 1996 (seconda metà XX)
Dati tecnici
Misure: supporto primario; mm 240 x 303
Tecnica: stampa a sviluppo cromogeno/ carta; C; carta Fujifilm; carta Fujifilm; carta Fujifilm; carta Fujifilm
Stato di conservazione: buono
Iscrizioni
Iscrizioni: sul supporto secondario: verso: in basso a sinistra, al centro e a destra: 1/30 - FOSSATI - Tortona, 1996 (documentaria; a penna)
Osservazioni
Osservazioni: "Tortona" fa parte della ricerca che poi approderà al volume "Appunti per una fotografia di paesaggio" (2004) e che affronta uno dei principali temi della fotografia di Vittore Fossati – per il quale sarà considerato principale erede della lezione di Ghirri–, ovvero le svariate scritture che si sovrappongono alla superficie del mondo, il cosiddetto 'geroglifico-totale' ghirriano. Seguendo le orme del fotografo emiliano, Fossati indaga i segni e le scritture della cultura in fotografie come "Milano" (1998), in cui fotografa un paesaggio alpino in cornice in un interno domestico, o le immagini del Conservatorio di Yangiabad, o ancora la serie "Polvere" (2001), realizzata in casa del poeta Carlo Bordini, in cui fotografa locandine, fotografie, fogli attaccati alle pareti, etc. Ma il giovane fotografo va oltre le intenzioni di Ghirri ed estende il discorso alla natura, facendo emergere i suoi segni attraverso una calibrata costruzione delle inquadrature che ne mette in luce le ripetizioni e i richiami: spesso nelle sue fotografie la terza dimensione dell’ambiente va a coincidere con la bidimensionalità della superficie dell’immagine senza mortificarsi, facendo convivere sullo stesso piano elementi appartenenti alle diverse profondità prospettiche, in una definizione spaziale determinata da inquadrature naturali interne all’inquadratura scelta dal fotografo. Dimostrando così che la realtà tutta è rappresentazione, il fotografo si dice di non poter far altro che limitarsi a prendere appunti – frammenti minimi di paesaggio – nel tentativo di documentazione del reale.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Provenienza: compravendita; Spitaleri Rosalba e Boveri Bruno; 2008
Bibliografia
- Valtorta R. (a cura di), f. p. 20, 2004