Cresci Mario
Chiavari, 1942
Spostare la luce
Inventario
Numero inventario: F-P6429
Inventario settore: FP6429
Collocazione: Istituto Nazionale per la Grafica; Calcografia: collezioni fotografiche; Autori Contemporanei
Autore
Autore: Cresci Mario (Chiavari, 1942)
Soggetto
Identificazione soggetto: Studio di ombre
Titolo: Spostare la luce
Motivazione titolo: bibliografia: Le case della fotografia, 1966-2003, 2004; Mario Cresci. Forse fotografia. 2012
Fondo: Fondo Agorà
Oggetto
Oggetto: positivo
Provenienza: Libro-galleria Agorà
Cronologia
Datazione: 1982 post-2007 ante (seconda metà XX)
Dati tecnici
Misure: supporto primario; mm 238 x 304
Tecnica: gelatina ai sali d'argento/ carta; BN; carta baritata; carta baritata; carta baritata; carta baritata
Stato di conservazione: buono
Iscrizioni
Iscrizioni: sul supporto primario: verso: in basso al centro: Mario Cresci 1982 Scanno (documentaria; a penna)
Editori/stampatori
Editore/stampatore: Libro-galleria Agorà. Torino - Via Santa Croce, 0/E (1979/ 2007)
Osservazioni
Osservazioni: Come scrisse Franco Vaccari nel presentare la mostra sugli interni di Barbarano Romano nel 1984, l’opera di Cresci non può leggersi se non per “interi cicli di lavoro”, per il suo modus operandi che lo porta a ritornare più volte su un’immagine con nuove riflessioni e soluzioni. In virtù di questo, "Spostare la luce", che abbraccia temi cari al fotografo quali la relatività della visione e la difficoltà di decodifica dei segni (che si spinge, per azzardo, fino allo spaesamento e all’inganno), si può inserire in un percorso ideale che ha inizio con il suo primo lavoro, "Geometria non euclidea" (Venezia, 1963-1964) – in cui l'artista dimostra l’importanza del punto di vista con la trasformazione di un cerchio e quadrato rosso (omaggio a Malevitch) attraverso 36 fotogrammi del rullino. Tale ricerca continua con la serie "Un po’ di terra in cielo un po’ di cielo in terra" (Milano,1973), realizzata all'inizio delle sue autonome ricerche sul paesaggio, e con "Movimenti. Traslazione rotazione avvicinamento" (Tricarico, 1972-1973) – dove le porzioni di cielo e terra viste da una finestra sono variate con tre diversi movimenti di macchina, mettendo in discussione la visione prospettica rinascimentale. Successivamente è ripresa con "Slittamenti" (Bergamo, 1994), che fa parte del più ampio lavoro "Accademia" – nel quale riprende in forme geometriche l'illuminazione della luce di una finestra sul pavimento – per concludersi con "Stanze" (Verona, 2003).
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Provenienza: compravendita; Spitaleri rosalbe e Boveri Bruno; 2008
Bibliografia
- Ficacci L./ Ragozzino M. (a cura di), f. p.180, 2012
- Valtorta R. (a cura di), f. p.118, 2004