Osservazioni:

Osservazioni: A quello che fu un importantissimo santuario per i Latini e per gli altri popoli del Lazio meridionale, il tempio di Giove Laziale che sorgeva in cima al monte Albano, Piranesi ha voluto dedicare una rappresentazione eseguita nella tavola II qui considerata, nonostante i pochi elementi ritrovati non gli consentissero di effettuare una rigorosa ricostruzione. Per ogni elemento architettonico l'autore indica nella figurazione il luogo in cui egli lo aveva ritrovato, quindi anche in questo caso risulta confermata l'estrema precisione dell'incisore. Tuttavia la sua ipotetica ricostruzione dell'edificio sacro, che secondo Volpi e lo stesso Piranesi risaliva all'epoca pre-romana (cfr. Capitolo Primo), appare poco attendibile poiché troppo vicino alla tipologia del tempio vitruviano (cfr. Speciale 1979, pp. 76-77; von Hesberg in Speciale 1979, p. 96, cat. 28). Secondo von Hesberg, in particolare, l'ordine architettonico proposto non può essere corretto poiché l'architrave è troppo alto e pesante rispetto alle esili colonne rappresentate. I profili della base e del capitello mostrano una certa raffinatezza ma in realtà essi presentano modanature dalle forme abbastanza comuni (von Hesberg in Speciale 1979, p. 96, cat. 28).
Il disegno architettonico eseguito sulla matrice presenta dei tratteggi molto nitidi e regolari con delle riprese a bulino nei punti i cui si volevano creare le ombre e le zone più scure. Numerose sono le correzioni con raschietto e brunitoio e conseguente ripresa dei segni. Le correzioni più evidenti sono individuabili in alto nello spigolo inferiore della cornice C, nella parte bassa della modanatura F, nei due frammenti della colonna e nella parte centrale del basamento E. Sulla lastra si nota la presenza di piccole ammaccature su tutta la superficie e graffi di lieve entità.
Nel volume conservato presso la Biblioteca Corsiniana la tavola II precede la I.