Piranesi Giovanni Battista

Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778

Elevazione dell'Anfiteatro di Statilio Tauro e degli altri edifici

Inventario

Numero inventario: M-1400_455c
Inventario storico di categoria: 1400/455C
Nuovo inventario di categoria: 11071
Stampa corrispondente: S-CL2407_19132, S-FC101123tris
Collocazione: Calcoteca

Autori

Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)

Soggetto

Titolo proprio: Elevazione dell'Anfiteatro di Statilio Tauro e degli altri edifici
Serie: Campus Martius Antiquae Urbis
Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)

Oggetto

Definizione: matrice incisa

Cronologia

Datazione: 1762 (Sec. XVIII)

Dati tecnici

Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 131 x 293; spess. 1,7-2,2

Iscrizioni

Iscrizioni: In alto a sinistra: 455.c.
In basso a destra: Elevazione dell'Anfiteatro di Statilio Tauro, e / degli altri edifizj che gli eran vicini.; a sinistra: Scenographia Theatri Statilii Tauri, aliorumque / aedifictorum, quae prope habuit.
Sotto a sinistra: Piranesi F.


Osservazioni:

Osservazioni: Con queste tre elevazioni si chiude la successione delle tavole dell'opera. Le tre matrici erano stampate insieme sullo stesso foglio a costituire la tavola XLVIII. Solo la prima matrice cat. 149 porta l'annotazione in alto a destra T. XLVIII, che vale per tutta la pagina a stampa, ma non reca la numerazione araba.
Piranesi affronta tre “vedute ricostruttive” (cfr. Marletta, 2016, pp. 85-99) che rendono in alzato prospettico alcuni edifici della topografia antica che egli aveva collocato nelle sue piante: quella di Roma, nelle Antichità Romane, ma soprattutto quella del Campo Marzio, come evidenzia Wilton-Ely nelle illustrazioni del dettaglio relativo alla elevazione del teatro di Balbo e di Marcello, a partire dalla loro situazione nella pianta del campo (Wilton-Ely,1978B, p. 75, figg. 126-127).
A mettere direttamente in relazione le elevazioni con la pianta del Campo Marzio provvede in modo più stringente un testo di una nota pubblicata nel periodico ingleseThe Monthly Review” del marzo 1757 (vol. 16, pp. 269-270), sul quale ci riferisce Susanna Pasquali (Pasquali, 2016).
Nel testo un anonimo informatore da Roma aggiornava l'editore della rivista sulle pubblicazioni in uscita, tra le quali quella imminente di una grande Icnografia del Campo Marzio di Piranesi. Dal testo in italiano si evince chiaramente che Il Campo Marzio nel progetto originale doveva essere solo una mappa di Roma antica e dei suoi monumenti, compresa su “sei fogli di carta massima” (mm 450x600 circa). La nota chiarisce bene anche la questione delle “elevazioni” trattate in questa scheda: “... colla giunta di altri sei mezzi fogli parimente di carta massima, che attornieranno la stessa Icnografia, e che conterranno l'elevazione in prospettiva di alcuni magnifici edifizj, ricavate dalle piante de' medesimi sparse nella estensione della sopradetta Icnografia”. E più avanti ancora: “... copiose idee di elevazioni, ... che, come si è detto, se ne daranno all'intorno della medesima Icnografia”. Le parole non lasciano quindi dubbi sull'impiego della stampa derivante dalle tre matrici qui analizzate. Essa doveva essere una di quelle stampe su gli “altri sei mezzi fogli” destinate ad attorniare la pianta; in particolare questa tavola avrebbe dovuto affiancare l'Icnografia nell'angolo in basso a sinistra, ossia in corrispondenza degli stessi monumenti in pianta (Pasquali, 2016, p. 188, fig. 4). Le misure delle altezze delle tre matrici, se sommate, arrivano a mm 457, dimensione perfettamente compatibile con l'altezza delle singole matrici della pianta. Probabilmente la tavola fu l'unica realizzata, perché il progetto seguì un altro corso (Pasquali, 2016, p. 188, fig. 3, ipotizza che anche la tavola del frontespizio in italiano, cat. 97, possa aver fatto parte di questo progetto). Non sappiamo perché l'autore abbandonò l'idea iniziale, ma possiamo vedere in quale modo il risultato incongruo di tale deviazione si rifletta nella composizione delle edizioni consultate: le elevazioni compaiono alla fine del volume nella pubblicazione del 1762 - nell'ordine dall'alto Teatri di Balbo, e di Marcello; Pantheon; Anfiteatro di Statilio Tauro - senza un nesso logico con le tavole che le precedono. Nell'edizione BAV, Stampe V, così come nell'edizione ICG, Piranesi, tomo X (entrambe Firmin Didot) sotto alle tre elevazioni è stampata nello stesso foglio la vignetta Labrum aegyptiacum porphyreticum (cfr. cat. 152). Nell'edizione BAV, Cicognara, la tavola con le tre elevazioni è collocata sia in apertura che in chiusura del volume.
Infine, sulle tre matrici sono presenti dei numeri che dovevano rimandare, come di consueto, a didascalie o indici contenenti le spiegazioni sul monumento, che invece non compaiono in alcun luogo.
Da un punto di vista tecnico le composizioni sono risolte quasi interamente all'acquaforte, con minimi interventi a bulino.

Bibliografia

  • Petrucci, 1953, n. 455c, tav. 48, p. 268  
  • Focillon, 1967, n. 479d, p. 315
  • Wilton-Ely, 1994, n. 612, p. 667
  • Ficacci, 2000, n. 533, p. 430.
  • MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.  

Condizione giuridica

Provenienza: Acquisto

Compilazione

Compilatore: Giovanna Scaloni
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