1762 (Sec. XVIII)
mm 220 x 408; spess. 1,6-1,8
In basso: A.
B.
Sul verso della matrice: profili di elementi architettonici, tra i quali basi di colonne, capitelli dorici e trabeazioni; schizzo di portale.
Osservazioni:
Osservazioni: Dopo aver illustrato l'area nordorientale del Campo Marzio, in questa tavola con il Ponte Elio, e quello Trionfale o Vaticano nella tavola che segue, Piranesi sposta l'indagine sul territorio a ovest dell'Urbe, a ridosso del Tevere, confine del Campo.
Il soggetto del ponte di Castel Sant'Angelo ricorre in diverse stampe piranesiane. Il mausoleo dell'imperatore Adriano che si affaccia sullo specchio d'acqua del Tevere doveva infatti corrispondere almeno a due fascinazioni tematico-stilistiche dell'autore, quella dei sepolcri antichi e quella dei bagliori del fiume navigabile. Così avviene nella tavola del Tomo IV delle
Antichità Romane (cfr. Salinitro in Mariani, 2014, cat. 201), così nelle
Vedute di Roma (
M-1400_736-737, rispettivamente databili al 1750-1751 e al 1755-1756, cfr. Robison, 1983, pp. 23, 26-27).
Per la prima volta, però, in questa composizione l'incisore propone il monumento privo di ogni riferimento alla modernità, ossia come egli immaginava che dovesse presentarsi il monumento funebre dell'imperatore Adriano, e il ponte antistante, prima che gli interventi dei papi ne alterassero aspetto e funzione, ma paradossalmente dopo che il corso della storia ne aveva alterato l'integrità. Ciò che caratterizza anche altre vedute di quest'opera con edifici antichi della romanità, è proprio la dimensione atemporale e antistorica in cui sono calati edifici e personaggi, sopravvissuti, coinvolti in un contesto surreale.
La composizione trasferita in stampa è caratterizzata da una grande luminosità, dovuta alle importanti coperture di vernice di riserva effettuate sulle arcate investite dalla luce, nonchè sulla muratura dell'antico mausoleo. Un mezzotono di grigio, ottenuto sulla parte destra del monumento con sottili segni di bulino paralleli orizzontali, media il passaggio verso le aree più scure della figurazione: la quinta di sinistra, dove il tracciato segnico è bruciato dall'acido della morsura e assorbe di conseguenza notevole quantità di inchiostro; e una piccola porzione di cielo sul margine in alto, in cui capillari linee a bulino sono inframezzate al debole tessuto di linee orizzontali ad acquaforte.
Sul verso della matrice, già identificato da Monferini (1967, p. 266, n. 474), oltre a elementi architettonici vari, è presente uno schizzo di portale eseguito a puntasecca dopo l'incisione sul recto, simile alla figurazione di portale sul verso della tav. III di
Della Magnificenza (per questo argomento cfr. Salinitro, cat. 31).