1762 (Sec. XVIII)
mm 211 x 451; spess. 1,7-2,0
Sul verso della matrice: prove di selciato a grandi basoli; profilo di urna.
Osservazioni:
Osservazioni: L'incisione illustra i resti dei portici e degli ambienti sotterranei che sorreggevano le gradinate per gli spettatori del Circo Agonale, o Stadio di Domiziano (odierna Piazza Navona), presso le Terme di Nerone. Il Circo fu restaurato nel III secolo da Alessandro Severo.
Le strutture furono successivamente inglobate nelle fondazioni di palazzi e chiese (Sant'Agnese in Agone), e ancora oggi le cantine dei palazzi che circondano la piazza sono costituite dalle arcate dello Stadio. Da Piazza di Tor Sanguigna sono visibili in parte, con la possibilità di accedere agli scavi, le arcate poggianti su pilastri in blocchi di travertino, e i muri in laterizio che erano le sostruzioni della cavea.
Nella tavola piranesiana gli imponenti massi di pietra e il cielo in burrasca soffocano le figure, riempiendo completamente la composizione. Si notano sulla matrice le linee di costruzione tracciate a secco sulla lastra per definire i contorni delle strutture architettoniche, prima di preparare il rame per l'acquaforte (per il procedimento tecnico cfr. Scaloni in Mariani, 2014, pp. 49-51). Vicino all'intradosso dell'arcata centrale di fondo alcune sottili linee orizzontali debolmente corrose dall'acido sono state rinforzate dall'intervento del bulino.
La cura dei dettagli luministici della composizione, oltre che da piccoli ritocchi a bulino, è assicurata da alcune bruniture che abbassano i solchi scavati dall'acido, facendo sì che questi ricevano una minore quantità d'inchiostro da trasferire sulla carta in fase di stampa. Tali interventi si possono osservare sul cielo nuvoloso al centro della figurazione, proprio sul fuoco prospettico dell'immagine; ma soprattutto sui pilastri a sinistra, dove in stampa si vedono fasci di luce che investono diagonalmente i massi.
Le figurazioni sul verso della matrice erano state notate da Monferini (1967, p. 266, n. 467).
Il selciato era stato riferito dalla studiosa alla serie di Francesco Piranesi sui
Monumenti degli Scipioni, 1785 (
M-1400_230). Ma lo stesso tipo di basolato era stato affrontato da Piranesi per la prima volta in modo del tutto analogo nella Via Appia, tav. VII del Tomo III delle
Antichità Romane (Salinitro in Mariani, 2014, cat. 149); inoltre, a sinistra è presente il profilo di un'urna simile a quelle di Villa Corsini, tav. LVII del Tomo II delle
Antichità Romane (Scaloni in Mariani, 2014, cat. 136). Si tratta anche in questo caso di esercitazioni di bottega eseguite a puntasecca in un momento successivo alla morsura del recto, poiché i segni sovrastano le bruciature di acido prodotte durante la fase di morsura dello stesso (cfr. cat. 114).