Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Veterum Aquae Marciae ductuum
Inventario
Numero inventario: M-1400_441a
Inventario storico di categoria: 1400/441A
Nuovo inventario di categoria: 11041
Stampa corrispondente: S-CL2407_19107,
S-FC101102IVS2: CL54450_14174
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Veterum Aquae Marciae ductuum
Serie: Campus Martius Antiquae UrbisDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1762 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 195 x 296; spess. 1,6-1,9
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
Pl. 27. / 441
In basso:
Veterum Aquae Marciae ductuum, muris Urbis ab Aureliano constructis / intersectorum ruinae, a Porta Majori ad Portam S. Laurentii; prout habetur in Tom. I. An / tiqu. Rom. num. 119, 120, 121. Indic. gener. vestig. Romae veteris.
Osservazioni:
Osservazioni: La stampa derivante da questa matrice apparteneva nel progetto originale piranesiano all'opera Della Magnificenza ed architettura de' Romani (1761), posizionata come vignetta alla fine del testo introduttivo e prima dell'Indice. Ma la matrice con l'acquedotto della Marcia è ora schedata nel Campo Marzio in quanto da un certo momento in poi nella storia editoriale dell'opera questa vignetta andò a sostituire la tavola che illustrava le reliquie del Teatro Marcello (Tab. XXVII), la cui matrice non è giunta nelle collezioni della Calcografia Camerale, probabilmente rovinata o dispersa insieme ad altre tre matrici della stessa opera, pure sostituite (cfr. cat. 118).
Nell'edizione Firmin Didot (BAV, Stampe V; ICG, Piranesi, tomo X) la tavola del Teatro Marcello è sostituita con l'acquedotto della Marcia, e numerata in sequenza con l'indicazione Pl. 27. Ancor prima nel volume Corsini del Campo Marzio la vignetta è presente in sostituzione della tavola del Teatro Marcello, anche se senza numerazione. Andando cronologicamente a ritroso, nelle precedenti edizioni del Campo Marzio (BAV, Cicognara e ASL) la vignetta non compare, in quanto non faceva parte del progetto (si confronti ancora cat. 118 per l'ipotesi sul momento in cui furono sostituite quattro tavole e aggiunta la tavola 49 all'opera).
Volendo entrare nel merito della logica che avrebbe dovuto ispirare l'operazione di sostituzione non è spiegabile il motivo per il quale non fu utilizzata la quarta vignetta del testo del Campo Marzio e si preferì far ricorso a una vignetta di altra opera, posizionando la quarta vignetta in chiusura come tavola suppletiva. L'inerenza dell'inserimento della tavola dell'acquedotto della Marcia in questo punto della sequenza delle tavole si potrebbe giustificare perché in effetti il ramo principale della distribuzione in città dell'acqua Marcia raggiungeva i colli Capitolino e Quirinale, il primo dei quali soprattutto coinvolto nella dissertazione sul Campo Marzio. Ma quanto illustrato nella vignetta non raffigura l'impatto dell'acquedotto in quella zona, bensì dove i resti erano molto più evidenti, ossia nei pressi di Porta Maggiore e Porta San Lorenzo. La considerazione farebbe pensare a una casualità dettata dalla disponibilità di vignette.
L'incisione è condotta con le modalità tecnico-stilistiche che caratterizzano le vedute piranesiane, e la ricorrenza di elementi compositivi quali l'albero tortuoso in primo piano, personaggi che si aggirano tra le rovine - che a volte recano un bastone, a volte seduti mostrano la schiena possente e ricurva -, i frammenti di fregi e capitelli che avanzano fuori dal rettangolo inciso verso l'osservatore; infine le monumentali arcate in opus quadratum che si susseguono verso un lontano punto di fuga.
Il bulino interviene a enfatizzare questi dettagli, in particolare l'albero e, con solchi profondi, l'ombra dei massi sulla didascalia.
Nel cielo i punti di massimo nero sopra la chioma del pino e al centro a destra, sono ottenuti con interlinee a bulino.
La porzione di rame in basso, in corrispondenza della didascalia, è completamente abrasa: su questa abrasione insiste l'attuale didascalia. Tuttavia, anche nell'opera Della Magnificenza (prima edizione Corsini; BAV, Cicognara; ASL) l'iscrizione si presenta come è allo stato attuale. L'ipotesi più attendibile è che l'autore avesse ripensato i contenuti della didascalia prima della pubblicazione della tavola, che quindi fu editata sin dall'inizio così come oggi compare.
Infine, sono evidenti sulla matrice tre linee tracciate a puntasecca che attraversano la lastra da sinistra a destra, leggermente in diagonale, di cui una, la più importante, è stata abbassata col brunitoio. L'intervento è visibile anche in stampa nella zona della chioma del pino, perché in quell'area i segni, bruniti anch'essi, ricevono meno inchiostro e risultano più chiari rispetto alla figurazione circostante. Si doveva trattare probabilmente di linee di costruzione per organizzare prospetticamente i mattoni sotto l'arcata grande. Infatti, se si proseguono le linee con una riga, si arriva esattamente a ricalcare l'allineamento dei conci, presupponendo il punto di fuga fuori dal margine della composizione.
Si segnala una brunitura a seguire l'ultima parola della didascalia veteris. che, a seconda della pulitura conseguente l'inchiostrazione, può avere risultati in stampa.Bibliografia
- Petrucci, 1953, n. 441a, p. 267
- Focillon, 1967, n. 932, p. 361
- Wilton-Ely, 1994, n. 760 , p. 828
- Ficacci, 2000, n. 437, p. 361.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Giovanna Scaloni