Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Reliquiae Porticus M. Philippi
Inventario
Numero inventario: M-1400_442a
Inventario storico di categoria: 1400/442A
Nuovo inventario di categoria: 11044
Stampa corrispondente: S-CL2407_19109,
S-FC101104IVS2: CL54452_14176
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Reliquiae Porticus M. Philippi
Serie: Campus Martius Antiquae UrbisDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1762 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 242 x 361; spess. 1,3-2,0
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
Tab. XXIX.;
442
Didascalia:
1. et 2. Reliquiae Porticus M. Philippi. 3. Reliquiae Theatri Pompejani
Sotto a sinistra:
Piranesi F.; sotto ancora, al centro:
Vide indicem ruinarum. num. 60.; a sinistra:
T.X.T.442
Osservazioni:
Osservazioni: Una ricostruzione tecnica con proiezione ortogonale del Portico di L. Marcius Philippus era stata fornita da Piranesi nel Tomo IV delle Antichità Romane (cfr. Garacci in Mariani, 2014, cat. 251, anche per notizie storiche).
Altro interesse anima l'autore in questa opera, finalizzata alla ricostruzione, spesso immaginata a partire da elementi reali, di uno scenario del Campo Marzio dove i monumenti antichi sono gli unici sopravvissuti allo scorrere del tempo, eppure provati dalle vicende storiche (sono “avanzi”, “rovine”), dalle quali acquistano ancor più forza di esempio.
Il portico all'epoca di Piranesi era situato “allato alla chiesa di S. Maria in cacaberis” (Indice delle rovine … della Tavola III, n. 60), ossia Santa Maria dei Calderari, chiesa demolita nel 1881 per costruire via Arenula; in antico circondava il tempio di Hercules Musarum fatto ricostruire da L. Marcus Philippus, che delimitava a Nord l'area del Circo Flaminio, ossia la IX regione augustea (cfr. Richardson jr., 1977).
La veduta angolare del portico isola i ruderi in un paesaggio aperto, sul fondo del quale Piranesi lascia intravedere il vicino Teatro di Pompeo. La tecnica esecutiva non si discosta da quelle delle altre vedute piranesiane, eppure si devono notare alcune semplificazioni di trattamento grafico dell'incisione piuttosto ricorrenti nelle matrici con le vedute del Campo Marzio, dove il livello del piano di calpestio è reso attraverso rapidi segni paralleli tra loro assimilabili a quelli di uno schizzo a penna su un foglio (cfr. cat. 113 per il commento sul dato stilistico, e catt. 116, 121, 122 per le analogie).
Per il resto ritornano anche su questa matrice i caratteri tipici di uno stile consolidato: la vegetazione che scende dalle rovine, le mani allungate che indicano a distanza, le grandi schiene curve dei personaggi con il bastone. Nell'elaborato i ritocchi a bulino sono molto ridotti.Bibliografia
- Petrucci, 1953, n. 442, tav. 29, p. 267
- Focillon, 1967, n. 460, p. 314
- Wilton-Ely, 1994, n. 591, p. 645
- Ficacci, 2000, n. 513, p. 416.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Giovanna Scaloni