1746-1756 (Sec. XVIII)
mm 146 x 203, spess. 1,3-1,5
Osservazioni:
Osservazioni: Confrontando questa veduta con la
Pianta dell’antico Foro Romano (cat. 74) ci rendiamo conto che, nella ricostruzione di Piranesi, il Foro di Nerva occupa un’area maggiore che nella realtà, includendo tutto il complesso del Foro di Augusto (LTUR,
Forum Augustum, II, pp. 289-295), da Piranesi ridotto invece all’area del Foro di Cesare, che invece egli individua in quello che oggi ci è noto come Foro della Pace (per la
Tavola icnografica vedere cat. 69). L’errore persiste nella più tarda
Veduta degli avanzi del Foro di Nerva nelle
Vedute di Roma (
M-1400_779; datata al 1757, Hind 1922, p. 37), colta dall’esterno delle mura su cui si apre il cosiddetto “Arco de’ Pantani” (lo stesso punto di vista, leggermente ribassato, ricorre nella veduta del medesimo soggetto nelle
Antichità Romane di Luigi Rossini del 1823, 1709/19).
In questa immagine vediamo, dunque, il Foro di Augusto dall’interno: possiamo riconoscere le quattro colonne superstiti del Tempio di Marte Ultore e l’arco aperto nelle mura perimetrali; al di sopra delle colonne si innalza la torre della chiesa dell’Annunziata delle suore domenicane, andata distrutta negli anni ’30 del XX secolo nel corso dei lavori per l’apertura della via dell’Impero (cfr.
Nuova Pianta di Nolli, n. 123).
L’incisione è realizzata con la tecnica dell’acquaforte dosata in successive morsure. Pochi ritocchi a bulino si concentrano nell’area in ombra, a sinistra della matrice; in questa zona, le due macchie di luce proiettate obliquamente sul muro (da ritenersi frutto di un intervento di bottega sebbene presente in tutti gli stati consultati) sono state ottenute richiudendo con il brunitoio e ritoccando poi con il bulino il tracciato precedentemente inciso ad acquaforte, con l’intento, un poco maldestro nel risultato, di enfatizzare con un dettaglio realistico la luce pomeridiana proveniente da ovest.