1746-1756 (Sec. XVIII)
mm 347 x 236, spess. 1,2-1,8
Osservazioni:
Osservazioni: Il grande stadio, costruito dall'imperatore Domiziano nell'85 d.C. e restaurato nel III secolo da Alessandro Severo, ha forma circense con i lati più lunghi paralleli, uno dei lati brevi curvilineo e l'altro leggermente obliquo. La facciata esterna era costituita da una doppia serie di arcate poggianti su pilastri: l'inferiore di ordine ionico il superiore di ordine corinzio; su ognuno dei lati si apriva un ingresso. A partire dall'VIII secolo sorsero sullo stadio diversi edifici cristiani: tra questi la chiesa di santa Agnese in Agone, sul lato ovest della piazza che dello stadio ha conservato il perimetro nelle successive sostruzioni, dalla quale è oggi possibile accedere ai sotterranei dei resti dell'antico edificio. Le strutture elevate, invece, vennero inglobate negli edifici moderni. Dal lato di piazza Tor Sanguigna sono visibili altri resti dei sotterranei, nei quali si possono riconoscere le arcate poggianti su pilastri in travertino con semicolonne ioniche e i muri in laterizio raffigurati da Piranesi nella tavola LIII (cat. 258).
Sebbene nella
Pianta lo stadio sia correttamente collocato nell'area del Campo Marzio (cfr.
Il Campo Marzio dell'antica Roma,
M-1400_236-455c ), nella didascalia della prima tavola del gruppo di quattro matrici dedicato al soggetto, Piranesi situa l'edificio circense ai piedi del Celio, confondendolo evidentemente con il Circo Massimo (vedere cat. 41).
La prima tavola riproduce nella fascia inferiore la pianta degli ambienti ipogei dello stadio, al di sopra del quale sono mostrati in elevazione l'ordine interrato al di sotto del piano urbano indicato con la lettera
I e l'ordine superiore inglobato negli edifici moderni. La matrice è stata realizzata ad acquaforte, con pochi rientri a bulino nelle ombre delle arcate superiori e nella raffigurazione del terreno al livello del piano moderno. I diversi materiali costitutivi sono indicati con l'adozione di corrispondenti convenzioni grafiche per il travertino e le sostruzioni di laterizio, modulate con morsure multiple di acquaforte.
Le tre tavole successive sono concentrate sui dettagli strutturali dei sotterranei (cat. 259) e architettonici. Sono realizzate ad acquaforte con rientri a bulino finalizzati a rinforzare gli scuri delle zone in ombra, e impostate secondo l'impaginazione, altrove individuata, mutuata dll'esempio di Desgodetz (cfr. catt. 233 e ss.).