1746-1756 (Sec. XVIII)
mm 132 x 199, spess. 1,2-1,3
Osservazioni:
Osservazioni: Nella tavola viene analizzata una sezione in prospettiva del particolare costruttivo di un condotto, con specifico riferimento a quanto rimaneva in piedi dell'acquedotto dell'Anione Vecchio (
Indice, n. 20), che da sopra Tivoli arrivava fino a Porta Maggiore per terminare nella zona dell'attuale stazione Termini. L'interesse e la competenza di Piranesi nell'illustrare gli acquedotti romani, magniloquente opera di ingegneria idraulica, deriva probabilmente anche dai suoi esordi lavorativi a Venezia al fianco dello zio Matteo Lucchesi nel Magistrato delle Acque, e si protrae nei decenni futuri dando vita ai volumi su
Le Rovine del Castello dell'Acqua Giulia, 1761 (
M-1400_394-405), e sull'
Emissario del Lago di Albano, 1762 (
M-1400_484-504d). In questo primo tomo delle
Antichità l'autore pubblica sull'argomento la fondamentale
Tavola topografica di Roma (catt. 69-70), in cui ricostruisce il percorso degli acquedotti che introducevano l'acqua in città.
La figurazione, per alcuni dettagli eseguiti secondo modalità tecnico-stilistiche piuttosto grossolane (si noti la resa del cielo) si può ritenere un lavoro di bottega. Tuttavia non mancano nell'esecuzione della matrice alcuni espedienti tecnici finalizzati a conferire valori luministici e distacchi tonali all'immagine: nei tracciati del cielo, a contorno della nuvola, e sulla superficie in alto del grande blocco di peperino centrale colpita dalla luce, si evidenziano pennellate di vernice di riserva per ottenere zone più chiare in stampa. Si rilevano inoltre interventi a bulino per approfondire i segni ad acquaforte, e quindi a marcare i neri in stampa, tra i blocchi di peperino sopra il numero
3 della legenda, e sopra e a contorno del blocco di peperino che sporge dal muro a destra. Anche in questo caso si possono leggere sulla matrice le linee di costruzione del disegno realizzate a secco sulla lastra prima di applicare la vernice di preparazione per l'acquaforte, localizzate in basso a sinistra - dove una linea in prospettiva sopra i blocchi di peperino, che risulta anche in stampa, prosegue la fuga verso destra attraversando in parte i tracciati della nuvola - mentre altre due linee appena accennate proseguono per pochi millimetri, sempre sullo sfondo del cielo, i profili dei blocchi sottostanti.
Sul verso numero
17 graffito, indicazione forse funzionale a una sistemazione della matrice durante le varie vicissitudini subite da questo fondo.