1751-1756 (Sec. XVIII)
mm 381 x 519, spess. 1,4-1,8
Osservazioni:
Osservazioni: Didascalia su matrice separata
M-1400_91b.
La matrice illustra una delle tre camere sepolcrali evidenziate in pianta alla tavola XL (cat. 119), con colombari distribuiti sulle pareti. All'epoca di Piranesi la sala, ancora parzialmente interrata, veniva utilizzata come cantina.
L'architettura generale del disegno è stata disegnata a secco sulla lastra prima della preparazione di questa con la vernice acido-resistente per l'acquaforte, e si possono osservare ancora le linee di costruzione in alcuni tratti, come ad esempio ai piedi della scala centrale e sul profilo del muro obliquo con colombari a destra. Trattandosi di un ambiente chiuso e poco illuminato, l'autore ha prolungato le morsure a acquaforte per ottenere una prevalenza di toni scuri. Il bagno acido eccessivamente protratto ha bruciato in parte la matrice nella zona interna al pilastro sulla sinistra, in cui è raffigurata una cesta appesa, sulla quale è evidente il ripristino dell'inciso a bulino. Alla sovrapposizione delle morsure è stato aggiunto un considerevole intervento con la tecnica diretta: il bulino rientra nei segni incisi all'acquaforte per approfondirli su tutta la superficie interna del pilastro a sinistra e sopra l'arcata principale, così come nei segni del triangolo d'ombra che si vede sul margine destro della matrice, e nel tracciato orizzontale a terra in primissimo piano.
Merita una nota l'osservazione del dettaglio tecnico-linguistico sull'utilizzo del bulino per scavare solchi molto profondi, che quasi trapassano lo spessore del supporto metallico, corrispondenti figurativamente a assi di legno o travi, che contraddistingue il procedimento incisorio di Piranesi con particolare evidenza nelle
Carceri. La singolare lavorazione, quasi pertinente l'operato dello scultore che affonda nella materia, più che dell'incisore, è riscontrabile in questa matrice nelle spranghe appoggiate al pilastro sulla sinistra. Sulle matrici delle
Carceri gli esempi sono più ricorrenti, ma acquistano maggiore evidenza nel
Carcere II (350, Mariani 2010, cat. 27), tavola aggiunta per la seconda edizione del 1761.
Infine, si possono osservare su questa matrice diverse aree coperte con la vernice di riserva durante le morsure, per isolare le zone in luce della composizione dall'attacco dell'acido, e dalla conseguente penetrazione dell'inchiostro.
Sulla fortuna editoriale di questa veduta e sulla sua copia in un volume postumo di Barbault cfr. cat. 120.