1769 (Sec. XVIII)
mm 440 x 289; spess. 1,7-1,8
Sul verso della matrice: una figura maschile nuda incoronata nell'atto di scagliare una lancia. Tra le gambe si intravede la testa di un drago. Sul margine destro al centro un braccio piegato con mano dal palmo rivolto verso l'alto, relativo a una figura femminile.
Osservazioni:
Osservazioni: La matrice fa parte del gruppo delle otto tavole che, all'interno della raccolta, presentano due camini in stile etrusco-romano sovrapposti, dei quali viene segnalata anche la pianta in proiezione ortogonale (cfr. cat. 87).
Nel camino in alto, la greca sul fregio è quasi oscurata dal risalto dei girali d'acanto di monumentale plasticità, con una pigna al centro. La cornice soprastante è molto sbalzata verso l'esterno; ancora sopra si intuisce un grande specchio a parete, circondato da una ricca cornice a palmette, affiancata da candelieri di gusto rococò simili a quelli proposti da Piranesi nella tavola 63 dell'opera (cat. 147). Cariatidi sormontate da bucrani, entrambi di ispirazione classica, decorano i montanti laterali.
Nel camino in basso i costanti riferimenti all'antico delle torce incrociate sul fregio si arricchiscono con gli studi condotti in epoca più vicina a Piranesi sulle maschere teatrali romane da Francesco Ficoroni (
Le maschere sceniche e le figure comiche d'antichi romani, 1736), autore a cui Piranesi faceva riferimento già dalle
Antichità Romane (1756). Ai lati del camino stanno due troni; nell'ornato degli schienali ritorna il motivo del serpente, ricorrente nella decorazione di pochi anni precedente della facciata di Santa Maria del Priorato, che qui si distribuisce singolarmente ai lati del caduceo (per le implicazioni massoniche di questo elemento in Piranesi, cfr. Marletta 2016 e catt. 114, 127, 131, 132).
Da un punto di vista tecnico-stilistico è interessante notare come la fascia d'ombra sulla destra (matrice) del montante del camino sia delimitata da una linea tracciata a secco sulla lastra, utile a confinare l'area incisa all'acquaforte che doveva essere poi approfondita a bulino, per ottenere in stampa una gradazione tonale più intensa. Il metodo conferma la modalità operativa della bottega piranesiana, come al tempo delle
Antichità Romane, dove tale procedimento era stato evidenziato per la resa di campiture più scure dello sfondo sul quale erano isolate (cfr. Scaloni in Mariani 2014, pp. 52- 53 e cat. 89).
Il tessuto decorativo dei camini di questa tavola è impreziosito da piccoli, puntuali e profondi ritocchi a bulino che ne esaltano le vibrazioni luministiche in stampa, e conferiscono imponenza e tridimensionalità alle rappresentazioni sulla matrice. La spazialità dei camini è confermata anche dal forte aggetto in pianta segnalato da Piranesi nelle proiezioni sottostanti.
Un graffio invade l'area dedicata alla pianta del camino in basso, sotto il montante sinistro (matrice). Si nota inoltre un'abrasione sotto la scritta
inc. nelle indicazioni di responsabilità.
Nelle prime edizioni BAV, R.G. Arte Archeologia e GNAM la tavola, pur occupando il sesto posto nell'ordine della raccolta, non era ancora numerata né firmata. Nell'edizione Madrid, Rabasf è numerata a matita
6; in ASL è numerata
6 e firmata a stampa in basso a sinistra.
Focillon invece, che consulta le due edizioni della Biblioteca Nazionale di Parigi e del British Museum, riferisce che la tavola è la numero
50 (Focillon ed. cons. 1967, p. 356, 911). Nei fogli sciolti della collezione Ashby è posizionata dopo la 49, ma anche in questo caso senza numerazione. Durante i restauri eseguiti in occasione della pubblicazione di questo volume si è scoperto che la figurazione sopra descritta incisa ad acquaforte sul verso di questa matrice, già rilevata da Monferini (1963, 267), va a combinarsi con quella sul verso della matrice relativa alla tavola XX delle
Antichità d'Albano (
M-1400_476), al contrario non rilevata dalla studiosa, a comporre un'unica rappresentazione (per la trattazione dell'argomento cfr. cat. 49).