1762 (Sec. XVIII)
mm 33 x 261; spess. 1,4-1,7
Sul verso della matrice: arcata e murature a mattoni; frammenti lapidei in tre dimensioni; studio di cornicione in prospettiva.
Osservazioni:
Osservazioni: Vedi matrice
M-1400_436A.
Il teatro di Pompeo fu inaugurato nel 55 a.C., quando Pompeo era console per la seconda volta.
La cavea e la scena occupavano l'area oggi compresa tra via dei Giubbonari, via dei Chiavari e via del Biscione, nei pressi di Campo dei Fiori. Il grande portico dietro la scena si collocava tra la zona suddetta e l'attuale via di Torre Argentina.
Lo studio del teatro aveva interessato Piranesi nelle
Antichità Romane, opera condotta negli stessi anni Cinquanta, dove il monumento era stato affrontato da un punto di vista tecnico: ne veniva ricostruita la pianta e un dettaglio costruttivo delle gradinate (cfr. Garacci in Mariani, 2014, cat. 241).
In questa tavola invece, utilizzando il consueto espediente del finto cartiglio applicato su fondo omogeneo di linee meccanicamente condotte, l'autore propone un'immagine del teatro già rovinato dal tempo, simile a un organismo in decomposizione, corroso dalla storia eppure ancora vissuto, senza alcun accenno alle sovrastrutture moderne. L'edificio è inserito in una sorta di paesaggio lunare e quanto mai metafisico, osservato secondo un'ideale prospettiva decentrata e a volo d'uccello.
Tecnicamente la matrice è realizzata ad acquaforte; alcuni profondi ritocchi a bulino si ravvisano nella linea di intradosso dell'arcata centrale e sopra la relativa muratura a sinistra. Sottili ritocchi a bulino dinamizzano il tessuto grafico della cavea. Nella fascia in basso incisa col tiralinee, sotto il pilastro a destra, è stata eseguita un'abrasione dell'inciso su un probabile danno meccanico e ripristinato il tracciato a bulino. Si nota un graffio nell'angolo in basso a destra. Sia l'intervento a bulino sia il graffio hanno esiti evidenti nelle stampe delle collezioni consultate.
Alcuni errori del letterista danno luogo ad abrasioni nelle aree percorse da iscrizioni. Rispettivamente, in alto nel cartiglio, sotto le lettere
ut, seconda riga; in basso, sotto la parola
substructionum. Sul verso della matrice alcune prove per la resa tecnica tridimensionale di frammenti lapidei e cornice architettonica, nonché studi di murature e arcata a mattoni, già parzialmente enucleati da Monferini (1967, p. 266, n. 449).