1761 ante (Sec. XVIII)
mm 420 x 635; spess. 1,9-2,5
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Osservazioni:
Osservazioni: Le tavole XVII, XVIII e XIX (catt. 45-46, 47-48, 49-50) sono costituite da due matrici ognuna, accostate in fase di stampa per formare un'unica composizione di grande formato (per un inquadramento generale cfr. cat. 44).
Del gruppo in esame l'opera di maggior interesse è la tavola XVII, composta a differenza delle altre da due lastre elaborate singolarmente. Tale immagine è la prima del volume in cui l'autore propone provocatoriamente una comparazione tra elementi romani e attici (cfr. catt. 51, 65, 69), questi ultimi riprodotti dal testo di Le Roy e spesso inseriti nella composizione tramite l'espediente grafico di un cartiglio a
trompe l'oeil, qui affisso tra i vari reperti che gremiscono la tavola (vedi il frammentario capitello di Delo, cat. 45). Altro elemento significativo, in questo caso per la ricostruzione delle vicende esecutive della lastra, è la raffigurazione del capitello a foglie lisce del Collegio Romano (cfr. cat. 45), in quanto sul verso della matrice relativa al frontespizio in latino (cfr. cat. 26) è stato riscontrato uno studio di bottega riconducibile senza dubbio allo stesso soggetto; ciò potrebbe confermare l'ipotesi, più volte avanzata dalla critica, che la maggior parte di queste immagini didascaliche siano state incise su disegni di Piranesi da collaboratori, i quali erano soliti esercitarsi sui versi dei rami prima di realizzare le opere definitive.
Le caratteristiche tecniche di queste incisioni, realizzate ad acquaforte con minimi ritocchi a bulino (funzionali ad accentuare in stampa l'effetto di alcune ombreggiature, specialmente dove i segni risultano appiattiti dal protrarsi delle morsure in acido), fanno propendere per un'attribuzione delle lastre alla bottega. L'esecuzione quasi seriale che contraddistingue questi manufatti è comprovata peraltro dall'osservazione sul foglio della tavola XVII, nella zona occupata dall'ordito meccanico che definisce la superficie piana dell'architrave oggi in Palazzo Farnese, di una piccola fascia in orizzontale più scura rispetto al resto della figurazione, da imputare a un errore accidentale in fase di incisione. Sulla matrice (cat. 46), infatti, il tracciato segnico relativo a quest'area risulta leggermente più profondo a causa di una grossolana stesura della vernice di riserva, che ha lasciato scoperta la superficie metallica durante una successiva morsura in acido della lastra.
I rami in esame presentano un esiguo numero di abrasioni, rilevate esclusivamente sugli esemplari inerenti alle tavole XVIII e XIX. La maggior parte di questi interventi sono visibili in corrispondenza delle didascalie, dove le correzioni riguardano sia semplici errori ortografici (cfr. catt. 48, 49, 50) sia la collocazione dei reperti (vedi sotto le parole
ponti Gratiano, cat. 50); in altri casi, invece, le abrasioni sono imputabili alla cancellazione delle linee di costruzione più evidenti (cfr. cat. 50) o alla rettifica, tramite successivo intervento a bulino, del tracciato che incornicia la composizione (vedi l'angolo in basso a sinistra della matrice cat. 49). Ulteriori interventi di modifica sono presenti su uno dei rami della tavola XIX (cat. 49), dove parte dei tracciati ad acquaforte relativi alla sezione di capitello illustrata in figura
I e alla zona inferiore dell'ordito meccanico sul margine sinistro della lastra risultano abrasi e incisi nuovamente a tecnica diretta: si tratta tuttavia di operazioni eseguite in una fase successiva, probabilmente per eliminare graffi o corrosioni localizzate del metallo, poiché sulle stampe i segni a bulino compaiono a cominciare dagli esemplari tirati da Firmin Didot. Sullo stesso rame, inoltre, si registra pure la correzione del numero di inventario, modificato da
307 in
304.
Quest'ultima matrice, infine, mostra sul verso un leggero ordito meccanico costituito da linee parallele sviluppate a fasce regolari, la cui esistenza non era stata segnalata nell'elenco dei rovesci incisi redatto da Monferini (1967, pp. 265-268).
Stampe corrispondenti alle matrici: CL 2399/18899 e CL 2399/18900; CL 54330/14054 (relativa solo a
M-1400_302).