1746-1756 (Sec. XVIII)
mm 610 x 402, spess. 1,8-2,3
Osservazioni:
Osservazioni: Didascalia su matrice separata
M-1400_204b.
Rispetto ai precedenti, il IV tomo delle
Antichità Romane dimostra un'accresciuta attenzione di Piranesi per l'aspetto strutturale degli edifici romani, e la sua intenzione di fornire, attraverso le sue indagini, una circostanziata apologia della magnificenza dell'architettura romana di contro alla posizione di chi, come Marc Antoine Laugier che nel 1753 aveva pubblicato il suo
Essai sur l'Architecture, proclamava l'inferiorità della produzione romana nei confronti delle manifestazioni originali dell'antica Grecia.
Questa
Sezione trasversale de' cunei inferiori del Teatro di Marcello (cat. 233), inserita nella parte dedicata alla “dimostrazione dei Teatri” (vedere didascalia cat. 224) è parte di una serie di tavole tecniche di eguale impostazione, chiaramente ispirata a
Les édifices antiques de Rome di Desgodetz, caratterizzata dall'impaginazione verticale e dal riquadro delineato da filettatura nera singola o doppia che lascia liberi i margini superiore e inferiore recanti il titolo in caratteri romani. La figurazione è stata realizzata con la tecnica dell'acquaforte: alla diversificazione dei segni incisi è affidata, secondo le convenzioni grafiche adoperate nella bottega piranesiana, l'interpretazione dei diversi materiali costitutivi dell'edificio, mentre interventi con il bulino scuriscono le ombre delle arcate del muro
A e del passaggio
B, le aperture rettangolari delle cloache
D e le ombre della
Fig. II nel cartiglio.
Ma l'appassionata apologia della magnificenza del genio costruttivo romano si legge soprattutto nel tono maestoso che permea l'evoluzione stilistica di quest'ultimo volume delle
Antichità Romane: nella tavola che illustra le fondamenta del teatro di Marcello (cat. 234) quei dettagli architettonici analiticamente studiati nelle tavole tecniche sono drammatizzati dalle dimensioni dell'immagine, dalla visione ravvicinata, quasi grandangolare e leggermente deformante che rallenta la sequenza prospettica degli speroni laddove una spaccatura mostra i dettagli interni della massiccia costruzione: gli stessi espedienti usati per un'altra immagine del tutto simile a questa, la
Veduta del sotterraneo Fondamento del Mausoleo, che fu eretto da Elio Adriano (cat. 208). In entrambi i casi, però, ciò non va confuso con una visione romantica, allucinata e irrealistica, trattandosi invece di fornire la possibilità di un'analisi accurata, quasi
de visu, lenticolare, di dettagli fondamentali dal punto di vista strutturale.
L'esame tecnico della matrice, permette di rilevare interventi a bulino diffusi su tutta la matrice, in particolare sui blocchi di peperino, sulle palizzate e nei grandi massi rovinati a terra, definiti con larghi e netti tratti di acquaforte ripresi con il bulino. Nell'area a sinistra del muro sono percepibili le linee del disegno preparatorio, mentre alcuni leggeri graffi che interessano la matrice, prodotti da danno meccanico, sono inferiori al tracciato originale.