1751-1756 (Sec. XVIII)
mm 354 x 233, spess. 1,6-2,0
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Osservazioni:
Osservazioni: L’incisione raffigura la pianta e il prospetto di un ignoto sepolcro a tumulo, le cui rovine sono ancora visibili sul lato orientale della via Appia, nei pressi del colombario detto dei Liberti di Augusto (Spera 1999, p. 167). L’edificio, di cui oggi si conserva solo il nucleo in opera cementizia a discapito del rivestimento originario in travertino, presenta all’esterno una pianta circolare e all’interno una cella cruciforme con tre nicchie per i sarcofagi.
I rilievi della tavola documentano il precario stato conservativo del sepolcro già nel XVIII secolo, fornendo una puntuale indicazione della sua struttura muraria e del livello stratigrafico raggiunto dal terreno. Alquanto romantica è la notazione pittorica degli arbusti che al tempo avvolgevano verosimilmente il monumento, ormai in stato di abbandono.
La matrice presenta in corrispondenza della pianta dei leggeri segni circolari eseguiti a secco (con un compasso o altro strumento simile per incisione), riconducibili alla fase preliminare di costruzione del disegno. Si ravvisano, inoltre, numerosi interventi a tecnica diretta finalizzati ad accentuare le ombre ed ottenere un luminismo pittorico che in parte vivacizza la composizione. Tale modulazione chiaroscurale è particolarmente evidente in corrispondenza dell’area con il prospetto frontale, dove il passaggio tonale è realizzato tramite un doppio artificio: il consueto ispessimento progressivo della linea, ottenuto con morsure più o meno profonde e rientri a bulino, e la differenziazione della morfologia segnica, che da discontinua e ondulata si fa via via sempre più addensata e lineare. Le caratteristiche tecnico-stilistiche dell’incisione appaiono analoghe a quelle di altri rami con soggetto simile, la cui esecuzione è probabilmente riconducibile a collaboratori di bottega (cfr. cat. 85).
Infine, come già registrato da Monferini (Monferini 1967, p. 265), si riscontra sul verso della lastra un’estesa trama a righe parallele, eseguita con il tiralinee successivamente all’incisione del recto (cfr. cat. 82). Tali tracciati lineari, il cui andamento è in parte rettilineo e in parte obliquo, costituiscono probabilmente delle prove tecniche di bottega per verificare gli effetti, prospettici e non, raggiungibili con macchinari per incisione. In particolare, essi sembrano relazionabili con l’analogo ordito prospettico presente sul verso della matrice
M-1400_87 (cat. 117).