Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Grand'Urna di Porfido
Inventario
Numero inventario: M-1400_73
Inventario storico di categoria: 1400/73
Nuovo inventario di categoria: 10525
Stampa corrispondente: S-CL2394_18660IVS2: CL16194
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Grand'Urna di Porfido
Serie: Le antichità romaneDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1751-1756 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 494 x 664, spess. 1,8-2,2
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
XXIV / 73; in alto a destra:
Tom. II.
In basso:
GRAND'URNA di PORFIDO cŏ suo coperchio, dentro la quale credesi, che sia stato collocato il corpo di Costanza. Ella è certam.te singolare per la sua maravigliosa grandezza, e per il marmo durissimo, e malagevolissimo a lavorarsi, di cui è / formata. Vedesi scolpito a mezzo rilievo in questa facciata un vago intreccio di rabesco lavorato a fogliami con frutti di varia specie ed uccelli, il quale formando tre giri contiene negli spazj di mezzo quattro Genj alati, due de' quali hanno la Bolla d'oro / al collo. Questa era una divisa, la quale portavasi dai fanciulli nobili Romani, conceduta loro in riguardo a' benemeriti de' lor genitori. Consimile Bolla, ma di cuojo, fu permessa a' fanciulli libertini ancora, come leggesi presso varj scrittori antichi. Tutti e quattro ques-/ ti fanciulli, o sieno Genj alati, attendono a fare la vendemmia; imperciocchè alcuni raccolgono l'uva, altri nella bigoncia la ripone, ed altri con canestro la porta in altro luogo, per farne il mosto, come ne' fianchi dell'Urna medesima apparisce. Osservasi ancora un fanciullo colla detta bol-/ la al collo spiegare una ghirlanda di foglie, simili alle corteccie della pina, siccome quelle ancora de' festoni, che adornano i lati del Coperchio. Gli Animali sotto a' rabeschi possono interpretarsi per simboli degli umani costumi, come si è accennato in più luoghi di quest'Opera / La Maschera poi nel mezzo al lato del gran Coperchio, e quelle degli altri lati possono indicare le quattro età dell'uomo, e questa significherebbe la gioventù, o come altri vogliono rapresenta la testa di Bacco giovane.
Sotto a sinistra:
Piranesi Archit. dis. ed inc. Osservazioni:
Osservazioni: L’urna porfirea di Costanza, il cui prospetto frontale è qui raffigurato, fu realizzata verosimilmente intorno al quarto o quinto decennio del IV secolo. Collocata in origine dentro ad una nicchia opposta all’ingresso dell’omonimo Mausoleo, nel 1791 tale urna fu portata per volere di Papa Pio VI presso i Musei Vaticani, dove ancora oggi si trova conservata.
La tavola mostra il sarcofago, con il coperchio in parte scostato, ripreso in primo piano e collocato in un ambiente indefinito, di cui si distinguono solo la parete di fondo ove è addossata l’urna e alcuni frammenti lapidei ai suoi piedi.
L’intaglio della lastra, realizzato ad acquaforte con interventi a tecnica diretta, presenta con tutta evidenza, come già messo in luce da Monferini (Monferini 1967, p. 300), “una mano diversa” da quella dell’architetto veneziano.
L’osservazione diretta della matrice ha indotto ad avvalorare l’ipotesi di una collaborazione, in quanto è stata riscontrata accanto alla firma di Piranesi un’abrasione lunga circa quattro centimetri. L’analisi al microscopio, purtroppo, non ha permesso di distinguere cosa fosse stato inciso in precedenza, tuttavia è plausibile ritenere che recasse un indicazione autoriale. Diverse sono le motivazioni che spingono a identificare l’eventuale coautore ignoto con Jean Barbault: anzitutto le caratteristiche grafiche e tipologiche della tavola, da confrontare con quelle della matrice raffigurante la “Grand’Urna” di Alessandro Severo (cat. 112); poi la costatazione che l’artista francese fu l’unico tra gli aiutanti di Piranesi ad avere l’onore di essere co-citato; infine la verifica che la dimensione dell’abrasione coincide con la lunghezza della scritta “Barbault scolpì le figure” riportata nella citata matrice cat. 112.
La presunta indicazione autoriale risulta già cassata nelle corrispettive stampe identificate come di primo stato (BAV, Cicognara; ABA). L’abrasione in esame, pertanto, fu eseguita poco dopo l’incisione del rame, tuttavia il motivo della rimozione rimane ignoto.
Durante l’analisi dell’opera, inoltre, è stata riscontrata una macro abrasione (larga circa cm 4 e lunga 10 centimetri) sulla parte centrale del lato corto dell’urna. Tale area, caratterizzata da un groviglio di segni, risulta interamente ripresa a bulino, al punto da non distinguersi se l’intervento fu effettuato per correggere eventuali errori di morsura o di disegno.Bibliografia
- Petrucci, 1953, n. 73, tav. 24, p. 245
- Focillon, 1967, n. 246, p. 305; 
- Wilton-Ely, 1994, n. 381, p. 433
- Ficacci, 2000, n. 238, p. 228.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Ciro Salinitro