Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Dimostrazioni dell'Emissario del Lago Albano
[Prospettiva del Canale dell'esito dell'Emissario, e delle fabbriche ivi addossate]
Inventario
Numero inventario: M-1400_492
Inventario storico di categoria: 1400/492
Nuovo inventario di categoria: 11114
Stampa corrispondente: S-CL2409_19174IVS2: CL54497_14221
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Dimostrazioni dell'Emissario del Lago Albano
[Prospettiva del Canale dell'esito dell'Emissario, e delle fabbriche ivi addossate]
Serie: Descrizione e disegno dell'emissario del Lago AlbanoDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1762 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 415 x 647; spess. 2,1-2,3
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
Tav.VII.
Sotto:
492
In basso al centro: DIMOSTRAZIONI · DELL'EMISSARIO / DEL · LAGO · ALBANO
/ Piranesi F.
Osservazioni:
Osservazioni: Con la presente tavola, l'unica della serie che rappresenta una veduta esterna, viene illustrata l'ultima parte del percorso: la foce dell'emissario in località Le Mole. In tale luogo in epoca medievale era sorto un piccolo borgo in cui gli abitanti vi svolgevano attività produttive sfruttando l'ampia disponibilità di acqua, prima che questa fosse dispersa nei canali di irrigazione della campagna. La veduta raffigura quanto era già stato anticipato nelle figure VIII, IX e X della tavola III. La composizione è dominata dalla grande torre medievale con annesso un bastione quadrangolare (lettere C e D), monumenti architettonici tuttora esistenti ma ormai privi del fascino dell'epoca settecentesca a causa delle trasformazioni subìte (per l'aspetto odierno cfr. Spadea in Speciale 1979, p. 47, fig. 8a). Non si è conservata invece la struttura con volta a botte dotata di una grande finestra che era addossata alla torre (lettera B) al cui interno era stato ricavato un ambiente unico che comprendeva anche il piano terra della torre e quello del bastione, dove era stata installata una conceria. Nell'incisione tale costruzione è visibile in primo piano, dopo il lavatoio (lettera A) presso il quale alcune persone sono affaccendate in svariate occupazioni, tra cui donne impegnate a fare il bucato. Nella composizione a sinistra della matrice, e quindi a destra nella stampa da essa derivante, si distingue un altro lavatoio (lettera F) al quale l'acqua giunge attraverso il condotto idrico che si vede in primissimo piano (lettere F e G), dove alcune lavandaie stanno svolgendo il loro faticoso lavoro.
Come segnala Roberto Spadea, accanto al complesso sopra descritto fu aggiunto successivamente un grande lavatoio pubblico, ancora in uso quando scrive lo studioso (1979), risalente, come indica l'iscrizione leggibile ancor oggi, al 1780 e quindi successivo a Piranesi. Tale lavatoio, andato poi in disuso, è stato recentemente restaurato ed effettuato il ripristino della connessione idrica con l'acqua dell'emissario.
Nella zona delle Mole l'attività presso i lavatoi è considerata ancora oggi una specificità locale al punto che, per non perdere memoria di tale peculiarità, ogni anno, nel mese di giugno, vi si svolgono rievocazioni storiche con donne che indossano gli antichi costumi delle lavandaie.
All'immagine principale, nella matrice, sono aggiunte in alto altre due figurazioni, mediante la consueta tecnica del trompe l'oeil: a sinistra è delineata un'immagine che completa quella delineata nella tavola I, Fig. II, in cui si vede una sezione con l'invaso del lago e i rilievi che lo circondano insieme al tracciato del percorso dell'emissario; la figura a destra mostra l'interno della conceria, dove un uomo è ripreso mentre svolge il suo lavoro. L'ambiente è qui descritto in maniera sommaria per le limitate dimensioni della figurazione; una sua rappresentazione più dettagliata viene effettuata nelle due tavole seguenti (cfr. catt. 9-10).
La matrice, eseguita con acquaforte a morsure multiple e numerosi interventi a bulino, presenta i caratteri tecnici e stilistici tipici delle incisioni autografe che Piranesi realizzò in questo periodo. Il fitto tratteggio definisce le forme e le diversità materiche degli elementi architettonici tramite le numerose variazioni dei valori chiaroscurali; le ombreggiature sono ottenute mediante il sapiente uso delle morsure. Il risultato dell'insieme è molto pittorico e i passaggi chiaroscurali sembrano eseguiti tramite acquerellature, caratteristica rilevabile anche in molte delle incisioni appartenenti alla serie delle Antichità d'Albano. Particolarmente riuscite sono le parti che definiscono i primi piani dove i larghi e profondi segni creati dai rientri a bulino definiscono magistralmente le forme delle quinte arboree e degli altri elementi vegetali concentrati soprattutto nei primi piani. Anche le figure, delineate con pochi segni, sintetici ma efficaci, raggiungono il notevole livello qualitativo che caratterizza le figure piranesiane.
Tra i volumi esaminati si segnala che la tavola presente nel volume della BAV, R. G. Arte Archeologia, è priva della numerazione e della scritta in basso al centro: si tratta quindi di una stampa ante litteramBibliografia
- Petrucci, 1953, p. 271, n. 492, tav. 7
- Focillon, 1967, p. 316, n. 489
- Wilton-Ely, 1994, p. 677, n. 622
- Ficacci, 2000, p. 438, n. 542.  
-  
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Giovanna Grumo