Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Avanzi degli archi che conducevano l’Acqua Claudia sul Palatino
Inventario
Numero inventario: M-1400_35b
Inventario storico di categoria: 1400/35b
Nuovo inventario di categoria: 10473
Stampa corrispondente: S-CL2393_18620IVS2: CL16170
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Avanzi degli archi che conducevano l’Acqua Claudia sul Palatino
Serie: Le antichità romaneDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1746-1756 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 137 x 204, spess. 1,4-1,5
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
35.b.; in alto a destra:
Fig. II.; in basso a sinistra:
Avanzi degli archi che dal Monte Celio conducevano l’Acqua / Claudia sul Palatino. A
Pilastro angolare dell’arcuazione prove=/ gnente dal Celio come dimostra il di lei avanzo B
. C
Direzione degli / archi verso il Palatino. D
Avanzi della Casa Neroniana; sotto a sinistra:
Piranesi Arch. dis. inc. Osservazioni:
Osservazioni: Alla Spes vetus (cat. 28) l’Acqua Claudia si trasferiva in parte sugli archi neroniani, che terminavano sul Celio (cat. 40 e 41) in prossimità del Tempio di Claudio, da dove alimentavano il Celio stesso, il Palatino, l’Aventino e Trastevere; il suo ramo neroniano, costituito da arcate in laterizio, molto slanciate in modo da non creare ingombro in questa zona densamente edificata, fu innalzato dopo l’incendio del 64 per alimentare lo stagno della domus Aurea e il ninfeo costruito sul luogo del Tempio di Claudio, mentre il braccio ricostruito sotto Domiziano serviva la reggia del Palatino: di questo tratto restano le quattro arcate a due ordini ai piedi del colle raffigurate da Piranesi in questa veduta, che conservano oggi lo stesso aspetto nel congestionato traffico cittadino della moderna via di san Gregorio.
La matrice è realizzata ad acquaforte e ritocchi a bulino nelle ombre all’interno delle arcate e nelle zone scure in primo piano; i piani prospettici sono scalati dosando le morsure di acido in modo da rilevare maggiormente il primo piano, mentre il disegno del paesaggio digradante in lontananza intacca la matrice con morsure meno approfondite. Il ductus del tratteggio e la tecnica incisoria permettono di inserire questa piccola veduta tra le opere autografe per quanto riguarda la figurazione principale e i piccoli personaggi che la popolano, mentre il cielo è affidato a un lavorante di bottega responsabile della maggior parte degli sfondi nell’impresa delle Antichità Romane.Bibliografia
- Petrucci, 1953, tav. 34, fig. 2, p. 243
- Focillon, 967, n. 210, p. 303
- Wilton-Ely, 1994, n. 345, p. 395
- Ficacci, 2000, n. 201, p. 204.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Mariasole Garacci