Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Ingresso d'un antico ginnasio
Inventario
Numero inventario: M-1400_340c
Inventario storico di categoria: 1400/340c
Nuovo inventario di categoria: 10876
Stampa corrispondente: S-CL2400_18962IVS2: CL54358_14082
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Identificazione: INGRESSO DI ANTICO GINNASIO CON STATUE E FIGURE
Titolo proprio: Ingresso d'un antico ginnasio
Serie: Opere varie di architettura prospettive grotteschi antichità sul gusto degli antichi romani...Denominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1760-1763 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 156 x 220; spess. 1,4-1,6
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
340.c
In basso al centro:
Ingresso d'un antico ginnasio; a sinistra:
Piranesi F. / 17 Osservazioni:
Osservazioni: Per le considerazioni storico-critiche su questa serie cfr. Scaloni in catalogo.
Sulla matrice sono rintracciabili numerosi rimandi iconografici al ricco repertorio delle Antichità Romane e delle Lettere di giustificazione, resi con le medesime modalità tecnico-stilistiche di quelle opere.
Tra questi elementi si può osservare la ripresa del motivo decorativo del fregio affollato di figure che corre sopra la grande arcata e prosegue nell'angolo a destra, come era stato inciso nel Braccio di città pensile, tavola delle Lettere che riproduceva in scala minore il quarto frontespizio delle Antichità (cfr. Scaloni in Mariani, 2014, cat. 267; e Scaloni in catalogo figg. macro 340c-4 e 7 con 341c, con i due fregi a confronto). Inoltre, in un disegno del taccuino “A” di Modena, databile al 1750 circa (Bevilacqua, 2008, c. 26v e pp. 128-130), da considerare quasi un precedente stilistico, una figura togata della decorazione musiva del Mausoleo di Santa Costanza è sintetizzata con gli stessi tratti dei personaggi di questi fregi.
Il tracciato grafico dell'opus reticulatum sulle superfici murarie si presenta analogo a quello nelle tavole delle Antichitàrelative alla camera sepolcrale degli Arrunzi (cfr. Scaloni in Mariani, 2014, catt. 88 e 95). Il puteale strigilato nell'angolo in basso a sinistra è assimilabile, anche se in dimensioni ridotte, al prototipo creato da Piranesi per la pagina di titolo del Tomo II delle Antichità (cfr. Scaloni in Mariani, 2014, cat. 79). Il dettaglio delle scanalature del puteale, che si ripete in questa tavola anche nei cippi marmorei in primo piano, si ritrova tecnicamente condotto nella stessa maniera anche su altri elementi distribuiti nelle matrici delle Lettere (in particolare Idea delle Antiche via Appia e Ardeatina, ma anche Veduta d'uno de' circhi antichi, rispettivamente Scaloni in Mariani, 2014, catt. 265-266). Lo stesso può essere facilmente paragonato, da un punto di vista stilistico, alla resa delle scanalature sul grande vaso a sinistra in cima allo scalone nel disegno Scalone con colonne e grandi archi del British Museum, datato alla metà degli anni Cinquanta (Hilton Thomas, 1954, p. 48, n. 39; Bettagno, 1978, p. 42, n. 31).
Le linee sui corpi dei leoni ieraticamente disposti secondo la prospettiva si rincorrono parallele come su numerose figure che riempiono le composizioni piranesiane. Una rispondenza è da segnalare nel ductus segnico di alcuni particolari che compongono le tavole delle Lettere: si confrontino i leoni di questa figurazione (Scaloni in catalogo, fig. macro 340c-8)con la lupa sulla destra e la statua acefala in primo piano sulla sinistra nell'acquaforte Idea delle Antiche via Appia e Ardeatina (Scaloni in catalogo, figg. macro 340a-10, 15 e 17), a testimonianza del fatto che Piranesi, come scriveva di lui il suo biografo Legrand, “non incrociava mai le tacche”, soprattutto in queste immagini dove il formato ridotto avrebbe contribuito, nel caso degli incroci di segni, a compromettere la buona riuscita delle morsure.
I personaggi continuano a comparire in primo piano con le mani allungate, che recano un'asta, oppure seduti – come in questo caso in basso al centro – su un basamento di pietra (cfr. Scaloni in Mariani, 2014, cat. 136 per analogia). Infine, secondo uno dei più reiterati stilemi piranesiani, la vegetazione - come viva superfetazione dell'architettura - è rapidamente schizzata all'acquaforte, e qui pende dall'alto della grande arcata sul fondo.
Le poche morsure e i limitatissimi ritocchi a bulino, come riscontrato anche per le tavole catt. 1 e 3, fanno risultare l'immagine piuttosto statica anche in stampa.
Affianco alla firma in basso a sinistra si notano tracce di alcune lettere brunite che, tuttavia, non compaiono tra le iscrizioni delle stampe corrispondenti consultate, tutte già riferibili a questo stato della elaborazione. Probabilmente la scritta era pertinente a una precedente figurazione delineata sulla lastra, poi rimossa con abrasione (sul riutilizzo delle lastre per questa serie cfr. Scaloni in catalogo).
Sul verso della matrice sono presenti diverse ribattiture che devono essere fatte risalire al momento della preparazione del supporto metallico, prima di procedere con l'incisione, e non sono quindi da considerare in dipendenza da modifiche o correzioni del lavoro.Bibliografia
- Petrucci, 1953, n. 340c, tav. 17, p. 259
- Focillon, 1967, n. 123, p. 294
- Wilton-Ely, 1994, n. 46, p. 84
- Ficacci, 2000, n. 403, p. 335.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Fonti e documenti di riferimento
Documentazione fotografica: documentazione allegata
Immagine: 3031817
Compilazione
Compilatore: Giovanna Scaloni