Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Veduta dell'interno del Tempio di S. Stefano Rotondo
Inventario
Numero inventario: M-1400_26b
Inventario storico di categoria: 1400/26b
Nuovo inventario di categoria: 10455
Stampa corrispondente: S-CL2393_18602IVS2: CL54206_13929
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Veduta dell'interno del Tempio di S. Stefano Rotondo
Serie: Le antichità romaneDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1746-1756 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame con interventi a bulino;
Misure: mm 140x207, spess. 1,4-1,8
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
26.b.; in basso:
Veduta dell'interno del Tempio di S. Stefano Rotondo; sotto a sinistra:
Piranesi architetto dis. incise; sotto a destra:
Fig. II. Osservazioni:
Osservazioni: L’ultima immagine del Celio (vedi catt. 40-43) è dedicata all’interno dell’aula circolare della chiesa di Santo Stefano, la cui pianta originale a tre ambulacri circolari, risalente alla consacrazione da parte di papa Simplicio (468-483), è dimostrata nella tav. XLI (cat. 27) a sud del complesso del Ninfeo di Nerone. Questa veduta mostra, invece, la struttura contemporanea dovuta ai lavori condotti da Bernardo Rossellino (1453): lo spazio centrale, al di sopra dell’antico mitreo non ancora individuato al tempo di Piranesi, è attraversato da arcate sorrette da colonne con capitelli corinzi e delimitato da ventidue colonne, sulle quali poggia l’architrave continuo da cui parte il tiburio cilindrico; l’ambulacro esterno, più basso, è chiuso da un anello di 34 colonne collegate da archi. Le colonne e i capitelli, rileva Piranesi, sono di diversa età e fattura, ma la nobiltà dell’ambiente, che dà “un idea della maestà delle fabbriche de’ tempi buoni”, induce il nostro a soffermarvisi nel percorso attraverso le antichità di Roma.
Molto diversa per impostazione dalla pittoresca veduta giovanile contenuta in Varie vedute di Roma antica e moderna dell’editore Amidei, questa matrice mostra la consueta lavorazione per morsure successive di acquaforte (si notino, in particolare, le colonne e l’interno del tiburio circolare), con ritocchi a bulino nell’area in primo piano dell’architrave e del pavimento, laddove era necessario rilevare maggiormente gli scuri. Si osservi come questa immagine (analoga nella soluzione tecnica e stilistica alla Veduta dell’interno del Pantheon, cat. 24), sia costituita, in sostanza, dall’accostamento e contrapposizione di tracciati lineari paralleli, ora in verticale ora in orizzontale, evitando di incrociare i segni, con il risultato di illuminare questo interno architettonico di una realistica gamma di trapassi chiaroscurali e mantenendo un tono “cromatico” freddo, proprio dell’atmosfera del luogo.Bibliografia
- Petrucci, 1953, tav. 25, fig. 2, p. 242
- Focillon, 1967, n. 192, p. 302
- Wilton-Ely, 1994, n. 327, p. 377
- Ficacci, 2000, n. 183, p. 195.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Mariasole Garacci