Parte della gran Muraglia, la quale circondava la grand’Area dell’Ustrino.
1750-1756 (Sec. XVIII)
mm 303 x 239, spess. 1,1-1,6
Osservazioni:
Osservazioni: Didascalia su matrice separata
M-1400_116b.
All’analisi dei ruderi identificati tradizionalmente con l’antico Ustrino pubblico (cfr. cat. 145) sono dedicate tre tavole. La prima (cat. 146) riproduce alzato e sezione di una parte della struttura architettonica; la seconda (cat. 147) illustra le sezioni murarie dei cosiddetti Portici, indagando nel dettaglio i materiali e i metodi di costruzione adottati. L’ultima tavola (cat. 148), infine, mostra una veduta panoramica dell’area su cui insistono le rovine.
La matrice in esame, su cui sono evidenti tracciati meccanici anche sul verso, è incisa ad acquaforte con limitati interventi a bulino, riscontrabili prevalentemente in corrispondenza dell’albero situato sulla sinistra del rame. Palese, inoltre, appare il ricorso alla costruzione del disegno preliminare direttamente sulla lastra, i cui tracciati lineari a secco sono ancora visibili sulla superficie metallica, seppur in parte bruniti.
La complessiva staticità di questa composizione, evidentemente correlata alla sua finalità scientifico-didascalica, induce a ipotizzare, come già sostenuto da Monferini (Monferini 1967, p. 300), che il rame sia stato inciso da qualche collaboratore dell’architetto veneto. L’ipotesi appare avvalorata anche dal
modus operandi con cui sono realizzati i conci della parte inferiore, con tratteggi meccanici intervallati da linee ondulate e parallele, che richiama quello di alcune esercitazioni di bottega riscontrate sul verso di numerose matrici (catt. 114; 152; 233). Alla bottega possono ricondursi anche le prove di tiralinee presenti sul rovescio della lastra, forse preliminari all’esecuzione della tavola stessa. Verosimilmente tale inciso corrisponde all’ “ordito meccanico a fasce” segnalato da Monferini (Monferini 1967, p. 265) sul verso della matrice
M-1400_118 (cat. 148), dove invece non risulta alcuna incisione.
Infine, si segnala sul recto della lastra una significativa brunitura in corrispondenza del margine superiore, alla sinistra della lettera “A”, a causa della quale risulta alterata la continuità segnica dei tracciati lineari del cielo. Gli effetti di questo intervento, forse connesso alla cancellazione di un graffio, sono visibili sugli esemplari a stampa solo a partire dall’edizione Firmin Didot, prima della quale buona parte dei rami fu probabilmente soggetta a restauro.