Tomo Terzo contenente gli avanzi de’ monumenti sepolcrali di Roma e dell’agro romano
1750-1756 (Sec. XVIII)
mm 408 x 263, spess. 1,2-1,7
Al centro: LE ANTICHITA’/ ROMANE / DI GIAMB ∙ PIRANESI ARCHIT · VENEZ / TOMO TERZO / CONTENENTE GLI AVANZI / DE’ MONVMENTI SEPOLCRALI / DI ROMA E / DELL’AGRO ROMANO
Osservazioni:
Osservazioni: Il titolo del terzo tomo è inciso su un'urna funeraria che occupa la quasi totalità della composizione, collocata all'interno di un antico colombario con volte a conchiglia che si aprono su murature in
opus reticulatum parzialmente rivestite di intonaco, ispirato ai monumenti sepolcrali proposti nelle tavole del secondo e terzo tomo delle
Antichità. In primo piano elementi che riconducono al tema dei sepolcri tra i quali diverse lucerne, oggetti abbondantemente rinvenuti negli scavi archeologici e repertoriati nei trattati sulle antichità sin dal secolo precedente: si vedano le stampe di Santi Bartoli ne
Le antiche lucerne, 1691 (matrici 1351/1-119), copiate da Ghezzi in alcuni disegni conservati presso la Biblioteca Vaticana, Codice Ottoboniano Latino 3109 e 3102, entrambi gli autori tra le fonti di Piranesi (cfr. Fusconi 1994, p. 159, figg. 10-13); ma anche le rappresentazioni di lucerne nell'opera di Giovanni Gaetano Bottari
Sculture e pitture sagre, 1737-1754 (III, tavv. CCV-CCVIII; matrici 2145-2148). Il nostro architetto dedicherà inoltre alle lucerne antiche alcune tavole del primo tomo dedicato ai
Vasi, candelabri, cippi, 1778 (matrici
M-1400_514-518).
La matrice è lavorata ad acquaforte e ritoccata diffusamente a bulino.
Si segnalano, in particolare, alcuni brevi discontinui tocchi di bulino all'interno del tracciato parallelo dell'acquaforte sull'area in ombra dell'urna fratturata sulla sinistra, che denotano un utilizzo della tecnica diretta impiegata con modalità analoga a quella registrata nelle tavole con le urne cinerarie di Villa Corsini (catt. 136-137), in cui l'intento perseguito è quello di rendere vibrante la percezione della superficie dell'oggetto in stampa.
Si riscontra sulla matrice un'estesa abrasione nell'area sottostante la scritta con il titolo del tomo. La lastra incisa era stata infatti utilizzata da Piranesi pochi anni prima per il frontespizio della sua raccolta sulle
Camere sepolcrali degli antichi Romani (1750-1752 ca; cfr. cat. 163), nucleo da cui ebbe origine il progetto più ampio delle
Antichità Romane (cfr.
Lettere di Giustificazione, Roma 1757, p. VII, n.10). Dell'intero titolo della raccolta (
CAMERE SEPOLCRALI/ DEGLI ANTICHI ROMANI/ LE QVALI ESISTONO/ DENTRO E FVORI/ DI ROMA), rimosso col raschietto e poi brunita la superficie, non rimane sulla matrice alcuna traccia; sopra l'abrasione è inciso il titolo del terzo tomo. Tratti a bulino raccordano la superficie abrasa con il resto della composizione circostante.