SUSPICE COELU ET NUMERA STELLAS SIPOTES SIC ERIT ..
1615 (Sec. XVII)
mm. 163 x 200
Osservazioni:
Osservazioni: Orazio Borgianni incise le Logge Vaticane nel 1615, come attestato dal monogramma (HB) e dalla data apposta in ognuno dei 52 fogli stampati (le prime 4 e le ultime 4 tavole sono esagonali per rispettare la forma degli affreschi originali). Prima di lui ben tre artisti si erano dedicati alla traduzione delle scene bibliche di Raffaello: la coppia Lanfranco-Badalocchio (1607) e Baldassarre Aloisi detto Galanino (1613). Come la serie di Galanino, queste presentano le storie nel giusto senso di lettura.
Borgianni riscrive Raffaello attraverso una personale visione stilistica resa mediante una sensibilità ai valori tonali. Nelle sue acqueforti non esiste mai il nero assoluto, ma tutto avviene per modulazione di tono, linea affiancata a linea, incrocio di linee vicino ad incrocio (creando calibrate losanghe). A volte si può notare una morsura troppo debole delle tavole o, all'interno dei tratteggi per delineare gli scuri, delle "bruciature" della trama segnica (ovvero zone in cui, a causa della stretta vicinanza degli incroci, l'acido ha corroso un'intera area anziché la sola linea dando modo all'inchiostro di spandersi in quel medesimo campo).
Borgianni con queste stampe vuole dimostrare di aver studiato anch'egli i classici, scostandosi quindi da un caravaggismo di stretta aderenza. Le sue acqueforti, probabilmente tratte da disegni eseguiti di fronte alle pitture raffaellesche, sono vibranti e pittoriche. Le tavole sono eseguite con destrezza e virtuosismo, si notano anche dei ripensamenti: il più evidente è nel
Peccato originale (Tav. 6) in cui la gamba destra di Adamo appare come sdoppiata (una parte di essa era precedentemente al posto della radice dell'albero). Nell'ultima tavola aggiunge di sua invenzione un cagnolino.
L'Istituto centrale per la Grafica di Roma conserva le 52 lastre in rame originali di Orazio Borgianni.
Per una visione d'insieme delle stampe del Borgianni d'invenzione, oltre a queste di derivazione si vedano le stampe nelle collezioni
Fine Arts Museums of San Francisco e del
British Museum