Piranesi Giovanni Battista
Mogliano Veneto (?), 1720 - Roma, 1778
Veduta della Fornice de’ Consoli Dolabella, e Silano
Inventario
Numero inventario: M-1400_26a
Inventario storico di categoria: 1400/26a
Nuovo inventario di categoria: 10454
Stampa corrispondente: S-CL2393_18601IVS2: CL16161
Collocazione: Calcoteca
Autori
Incisore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Disegnatore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Inventore: Piranesi Giovanni Battista (1720/ 1778)
Soggetto
Titolo proprio: Veduta della Fornice de’ Consoli Dolabella, e Silano
Serie: Le antichità romaneDenominazione raccolta: Firmin Didot (Piranesi)Oggetto
Definizione: matrice incisa
Cronologia
Datazione: 1746-1756 (Sec. XVIII)
Dati tecnici
Materia e tecnica: Acquaforte su rame e interventi a bulino;
Misure: mm 137 x 204, spess. 1,3-1,7
Iscrizioni
Iscrizioni: In alto a sinistra:
Fig. I. Tav. XXV. /26.a.; in basso:
Veduta della Fornicede’ Consoli Dolabella, e Silano investita dagli archi Neroniani provegnenti dal / Condotto dell’Acqua Claudia. B Avanzo della Iscrizione di Nerone ne’ suoi archi. C Prosecuzione degli stessi / archi. D Modelli di travertino serviti all’elevazione della fabbrica, e lasciativi per i fortuiti risarcimenti.; sotto a sinistra:
Piranesi Archiettt. dis. e inc Osservazioni:
Osservazioni: Già ritenuto un fornice del ramo celimontano dell’Acqua Marcia (cfr. catt. 40-42 e catt. 69-70), l’arco in opera quadrata di travertino a sud del Tempio del Divo Claudio, fu eretto nel 10 d.C. dai consoli P. Corneliuo Dolabella e C. Iunio Silano, come indicato dalle iscrizioni sul lato est, sebbene questo intervento sia forse venuto a cancellare con una ricostruzione radicale la porta originaria (LTUR, Arcus Dolabellae et Silani, I, pp. 91-92). La porta (indicata con la lettera A della tavola piranesiana) era inserita nel tracciato delle mura urbane dalla Porta Capena all’Esquilino; sotto il suo arco correva il clivus Scauri (odierna via di San Paolo della Croce) che procedeva verso il luogo di Santo Stefano Rotondo (nella tavola successiva, cat. 44). In età imperiale la porta fu incorporata negli arcus Neroniani (che qui si vedono proseguire in prospettiva verso l’Esquilino, lettera C), risarciti in età severiana. Su questa porzione del condotto si notano, in primo piano, le lettere ONIONIANA, integrate più avanti da Piranesi (cat. 73), che legge “NERONIONIANA”, solecismo per “neroniana”.
La piccola veduta è realizzata con morsure multiple di acquaforte che modulano il risentito chiaroscuro delle ombre e della piena luce del giorno sul travertino; si riconoscono interventi a bulino nelle commessure dei mattoni, nei brani opus incertum e nella vegetazione. Si noti la triplice apertura verso il fondo, al di sotto dei due archi e lungo la strada a sinistra della matrice, che si allontana in virtù di una più leggera intaccatura della superficie protetta con vernice di riserva e un tratto più corsivo.Bibliografia
- Petrucci, 1953, tav. 25, fig. 1, p. 242
- Focillon, 1967, n. 191, p. 302
- Wilton-Ely, 1994, n. 326, p. 376
- Ficacci, 2000, n. 182, p. 195.
- MISITI, Maria Cristina; SCALONI, Giovanna (ed.), Giambattista Piranesi: sognare il sogno impossibile, Istituto Centrale per la Grafica, Roma, 2022, libro multimedia.
Condizione giuridica
Condizione giuridica: Ministero per i Beni e le Attivita' Culturali
Provenienza: Acquisto
Compilazione
Compilatore: Mariasole Garacci